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martedì 26 settembre 2023
 

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B ) - 3 ottobre 2021

Quando impareremo il valore della fedeltà?

Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola».
Marco 10,2-16

 

La durezza del vostro cuore. Le legislazioni antiche e quelle moderne prevedono il divorzio, in particolare nella forma della possibilità per il marito di ripudiare la propria moglie. Gesù qui dice che queste leggi erano frutto della durezza del cuore degli uomini, come se Dio avesse dovuto revocare la legge naturale basata sulla fedeltà reciproca per venire incontro al limite e ai peccati degli uomini. 
Ma in principio non era così. Il disegno di Dio sulla famiglia prevedeva un per sempre. Noi oggi sappiamo che non tutti e non sempre i divorzi sono frutto dei nostri peccati, qualche volta sono semplicemente la vita, il dolore e le circostanze che fanno finire le famiglie. Ma Gesù ci vuole dire qualcosa di importante. Anche se per varie ragioni noi non siamo capaci di essere fedeli ai nostri patti matrimoniali, la vocazione sulla famiglia è diversa, è una promessa che dovrebbe durare.
Lo vediamo tutti i giorni. Non tutti i bambini riescono a crescere in famiglie unite, non tutti gli uomini e le donne riescono ad arrivare insieme al proprio coniuge alla vecchiaia e alla morte. Ma tutti sappiamo che quando la famiglia c’è e dura è qualcosa di stupendo. Basta andare in un ospedale per capirlo con chiarezza. Nelle lunghe degenze si vive in attesa della breve visita della moglie, del marito, di un figlio; di una loro telefonata, di un messaggino. Vivere una lunga malattia con una moglie o con un marito vicino ha un valore infinito, anche se la nostra civiltà tende a non vederlo, e a lodare invece l’indipendenza, la liberazione dai vincoli. 
Tutta la fatica che si fa per essere fedeli e salvare un matrimonio viene trasformata e moltiplicata cento volte in felicità in quei pochi ma decisivi momenti della malattia e poi della morte, quando incontrare l’angelo della morte con una mano ancora abbracciata alla nostra sposa trasforma il duello in danza.

 

CAMBIO DI PROSPETTIVA

Se guardassimo la vita dalla prospettiva del suo ultimo giorno, forse diventeremo più resilienti alle prove, ai tradimenti, saremmo più capaci di perdonare, di ricominciare, di risorgere. La qualità etica di una società si misura dalla sua capacità di aiutare le persone a essere fedeli, a saper vedere quella sola ragione per restare insieme e non le novantanove per lasciarsi. 
In questa polemica con i farisei, poi, Gesù innova su un aspetto importante: l’obbligo di fedeltà è reciproco, vale per le donne e vale per gli uomini: «E disse loro: “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio”». 
Una frase rivoluzionaria, che poteva aprire una nuova stagione di vera uguaglianza tra gli uomini e le donne. E invece questa frase, insieme ad altre, è rimasta congelata per secoli, e abbiamo avuto bisogno della modernità e del movimento femminista per ricordare ciò che era già stato detto e scritto nei Vangeli. 
Se in principio non era così, allora è possibile che alla fine non sarà così, che dopo millenni di sofferenza e di infedeltà finalmente un giorno impareremo la fedeltà.


30 settembre 2021

 
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