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Sono morti nelle loro case o per strada, nei loro letti o mentre giocavano. Dodicimila nomi di bambini che hanno perso la vita dal 7 ottobre 2023 ad oggi in Israele e a Gaza, saranno letti durante una lunga maratona di preghiera, a partire dalle 15 di giovedì 14 agosto, vigilia di Ferragosto, tra i ruderi della chiesa di Santa Maria Assunta di Casaglia a Monte Sole, in provincia di Bologna, per iniziativa dell'arcivescovo e presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, e dei monaci della Piccola Famiglia dell'Annunziata.
Sarà anche ripreso l'appello di papa Leone XIV per la pace, perché tacciano le armi, si fermino i conflitti e non si svolgano nuove iniziative poiché «la vera pace richiede la deposizione coraggiosa delle armi, soprattutto di quelle che hanno il potere di creare una catastrofe», con l'invito a pregare per un mondo «dove i conflitti si affrontano non con le armi ma con il dialogo».
I nomi delle vittime (tra zero e dodici anni) sono stati presi da elenchi ufficiali. «Le vittime israeliane sono 16, identificate grazie a un documento testuale fornito dal governo, con foto e storie. Le vittime palestinesi sono circa 12mila, contenute in un elenco con età, nomi in arabo e traslitterati. Questo è stato fornito dal ministero della salute di Gaza e riportato dal Washington Post in ordine di età», ha spiegato Paolo Barabino, superiore della Piccola Famiglia dell'Annunziata.
La scelta del luogo di lettura e preghiera è carica di significato. Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 Monte Sole, sull'Appennino bolognese, fu teatro di uno dei più atroci eccidi compiuti dalle truppe naziste in Italia: circa 770 civili, molti dei quali bambini, furono vittime di un brutale rastrellamento. Nella chiesa di Casaglia gli abitanti cercarono rifugio, ma i soldati tedeschi non gli lasciarono scampo. Il parroco, don Ubaldo Marchioni, fu ucciso con una raffica di mitra insieme a tre anziani e nel vicino cimitero 197 persone, tra cui 52 bambini, furono massacrate. La violenza dei nazifascisti travolse anche le frazioni vicine.
«Il fiume di sangue che da quasi due anni scorre a Gaza e in Terra Santa», ha detto Barabino, «ci interroga sempre più profondamente spingendoci a un gesto forte di intercessione, di preghiera filiale e fiduciosa a Dio per domandare il dono della pace e la fine di tutte le sofferenze. Ciascuna vittima di ogni conflitto e particolarmente i bambini non sono mai semplicemente un numero ma un volto, un nome e una storia».



