L’Ucraina non è sola. E così, mentre la Russia bombarda e Trump cerca di isolar l’Europa e Zelensky, si muove il Vaticano. Grazie all’elemosiniere, il cardinale Konrad Krajewski, papa Leone è riuscito a inviare nel Paese stremato centomila cubetti che, sciolti in poca acqua diventano minestre energetiche di pollo e verdure. Una «piccola carezza» del Pontefice, l’ha definita l’elemosiniere, che arriva in occasione della festa della Sacra Famiglia di domenica 28 dicembre. Perché è proprio pensando alle famiglie che, come quella di Nazaret, «seguono la via dolorosa dell'esilio in cerca di rifugio», sperimentando «la condizione drammatica dei profughi, segnata da paura, disagio, incertezza», che il Papa ha voluto rendersi vicino e mostrare concretamente che «Dio vuole essere sempre dove l'uomo è in pericolo, là dove l'uomo soffre, dove scappa, dove sperimenta il rifiuto e l'abbandono». Il cardinale ha reso noto anche che, prima di Natale, attraverso l’elemosineria e le nunziature, Leone ha inviato aiuti finanziari in diversi Paesi. In Ucriana, per la vigilia di Natale erano giunti altri tre tir con aiuti umanitari inviati dalla ditta coreana Samyang Foods. Aiuti dirottati verso le zone di guerra più colpite dai bombardamenti, «dove manca la luce, manca l'acqua e non c'è riscaldamento».