In occasione dell'ingresso solenne in cattedrale del nuovo arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, Famiglia Cristiana ha dedicato un lungo reportage sul lavoro della Veneranda Fabbrica del Duomo, che da seicento anni si occupa del restauro e del mantenimento del tempio simbolo di Milano. Il montacarichi sale lentamente come una cremagliera lungo la parete sud, in un’atmosfera che richiama le Dolomiti, e si comprende perché Dino Buzzati, bellunese trapiantato a Milano, dipingesse il Duomo come le sue montagne. Eccoci in cima, sulle terrazze, dove si gode di una vista impagabile, tra parapetti e guglie che si mescolano a impalcature, scale, argani, carriole e gru. Siamo nel cuore della Veneranda Fabbrica del Duomo, la fabbriceria della più grande cattedrale gotica del mondo nata nel 1386 per volere del signore della città Gian Galeazzo Visconti, simbolo dei milanesi vecchi e nuovi che sta per accogliere, domenica 25 settembre, il nuovo arcivescovo Angelo Scola.
La “Veneranda”, come la chiamano i suoi 135 dipendenti, ha visto la luce un anno dopo, nel 1387. Da allora ha accompagnato la storia viva della cattedrale. Decine di uomini e donne brulicano su e giù ai piedi della Madonnina come api operaie, a cento metri d’altezza, tra lavori di manutenzione e opere straordinarie di restauro. «Vorremmo restituire il tempio al suo splendore entro il 2012, l’anno della Famiglia, che vedrà la visita del Papa a Milano», ci spiega l’arciprete del Duomo, monsignor Luigi Manganini.
CHI GUIDA LA VENERANDA FABBRICA DEL DUOMO
| Mons. Luigi Manganini | Angelo Caloia |
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| Arciprete del Duomo | Presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo |
GLI UOMINI DELLA "VENERANDA"
| Benigno Mörlin Visconti Castiglione | Francesco Aquilano |
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| Architetto della cattedrale | Capocantiere |
APPELLO AL BUON CUORE DEI LOMBARDI
Il restauro della guglia maggiore. Il Museo del Duomo, con i suoi inestimabili gioielli nascosti. La manutenzione ordinaria e i restauri. «Tutto questo dimostra gli sforzi che stiamo compiendo per ridare al Duomo la centralità che ha sempre ricoperto da secoli», spiega Angelo Caloia, presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo. «Ma lo sforzo finanziario è immenso. Nell’arco di 4 anni si arriva a un fabbisogno di non meno di 30 milioni». Il Duomo è un patrimonio dell’arte italiana e quindi dovrebbe godere di aiuti pubblici. L’agenzia ministeriale Arcus per i beni culturali ha stanziato un milione di euro. Un progetto di legge prevede stanziamenti per circa 4,6 milioni nel 2012 e altri 4,5 nel 2013. Tutto questo non basta: per questo Caloia fa un appello al buon cuore dei milanesi, dei lombardi e di tutti coloro che amano quel capolavoro gotico unico in Europa.Il Duomo è come un grandioso mosaico, i tasselli da sostituire sono infiniti. I progetti sono curati da ingegneri, restauratori, chimici e architetti del Politecnico di Milano e del Cnr mediante apparecchiature ad alta tecnologia: laser a scansione, rilievi architettonici e termografici, georadar.
Dei quattro milioni di visitatori che ogni anno restano affascinati dalla cattedrale pochi conoscono il lavoro ipertecnologico e artigianale che si svolge anche sulle terrazze. Un lavoro che prosegue ininterrottamente da oltre sei secoli. Dire Fabbrica del Dom a Milano è proverbiale: significa cantiere perpetuo, ma anche cimento ostinato, devozione continua dell’uomo verso il divino.






