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In un'intervista a "Famiglia Cristiana" del 2002, David Bowie aveva detto: «C’è una crescita di conoscenza che non è vera evoluzione. Dal punto di vista etico, l’umanità non progredisce. Come animali non siamo cambiati: uccidiamo e cerchiamo di sopravvivere». Questa stessa tensione morale si ritrova in Blackstar (“Stella nera”), l’ultimo meraviglioso disco dell’artista inglese, che ha fatto appena in tempo a completare prima di lasciarci a causa di un tumore a 69 anni. A dare l’annuncio è stato il figlio Duncan, postando su Twitter una foto di lui bambino sulle spalle del padre. Proprio gli affetti familiari gli avevano donato serenità. Lasciati alle spalle gli anni degli eccessi, nel 1992 Bowie aveva sposato a Firenze nella chiesa episcopale di St. James la modella Iman Abdulmajid e nel 2000 la coppia aveva avuto una bambina, Alexandra. E per più di dieci anni, a New York, David aveva fatto essenzialmente il papà: nessun disco nuovo e tantomeno nessun tour.
La rock star sembrava essere definitivamente andata in pensione quando nel 2013, tra lo stupore generale,
è apparso The next day, un nuovo disco di inediti che ci ha restituto un Bowie in forma smagliante sia da un punto di vista musicale che nei testi, segnati da quell’inquietudine di fondo che l’ha sempre accompagnato: dall’astronauta Major Tom di Space oddity che si perde nello spazio, all'uomo delle stelle di Starman "che ci aspetta in cielo. Gli piacerebbe venire a incontrarci, ma pensa che potrebbe impressionarci" all'implorazione alla donna amata sullo sfondo del muro di Berlino in Heroes («Possiamo essere eroi, solo per un giorno») sono solo tasselli dell’opera di un uomo che non ha mai smesso di interrogarsi sul senso della vita.
Ed è ancora più commovente quindi ascoltare il suo ultimo disco, "Blackstar", realizzato quando già sapeva di essere condannato dal male. La canzone che dà il titolo all'album dura quasi dieci minuti ed è accompagnata da un video altrettanto immaginifico e oscuro come il suo contenuto. C'è chi ha visto ha visto in "Black star" ("Stella nera", che campeggia anche in un libro maneggiato da Bowie durante il video) un riferimento all'Isis: di sicuro si parla di religione, di spiritualità, in un confine sempre labile tra sacro e profano. Di sicuro è una canzone bellissima, dove la voce di Bowie ancora una volta riesce a far vibrare l'anima come poche altre. Un degno commiato per un artista unico.
La rock star sembrava essere definitivamente andata in pensione quando nel 2013, tra lo stupore generale,
è apparso The next day, un nuovo disco di inediti che ci ha restituto un Bowie in forma smagliante sia da un punto di vista musicale che nei testi, segnati da quell’inquietudine di fondo che l’ha sempre accompagnato: dall’astronauta Major Tom di Space oddity che si perde nello spazio, all'uomo delle stelle di Starman "che ci aspetta in cielo. Gli piacerebbe venire a incontrarci, ma pensa che potrebbe impressionarci" all'implorazione alla donna amata sullo sfondo del muro di Berlino in Heroes («Possiamo essere eroi, solo per un giorno») sono solo tasselli dell’opera di un uomo che non ha mai smesso di interrogarsi sul senso della vita.
Ed è ancora più commovente quindi ascoltare il suo ultimo disco, "Blackstar", realizzato quando già sapeva di essere condannato dal male. La canzone che dà il titolo all'album dura quasi dieci minuti ed è accompagnata da un video altrettanto immaginifico e oscuro come il suo contenuto. C'è chi ha visto ha visto in "Black star" ("Stella nera", che campeggia anche in un libro maneggiato da Bowie durante il video) un riferimento all'Isis: di sicuro si parla di religione, di spiritualità, in un confine sempre labile tra sacro e profano. Di sicuro è una canzone bellissima, dove la voce di Bowie ancora una volta riesce a far vibrare l'anima come poche altre. Un degno commiato per un artista unico.



