ANDREA C. Nel Salmo 51 si legge: «Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre» (51,7). A quale peccato si riferisce il salmista?

Bisogna ricordare che nel passato questo versetto è stato spesso utilizzato come argomento per considerare l’atto del concepimento come qualcosa di intrinsecamente peccaminoso, perfino nei rapporti sessuali matrimoniali.

Ma questa idea è totalmente da rigettare in quanto del tutto estranea alla Bibbia (e basta riferirsi oggi alla presentazione altamente positiva della sessualità nell’Esortazione papale Amoris lætitia 150).

Piuttosto qui con la nascita o la concezione, in quanto inizio dell’esistenza, si vuole esprimere tutto l’arco della vita umana, connotata da una radicale propensione al peccato.

La confessione dell’orante di non essere in grado di sottrarsi a questa condizione negativa lo spinge a porre tutta la sua fiducia nell’azione potente della grazia Dio che interviene a salvarlo da questa situazione disperata (cfr. Rm 5,20: «Dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia»).


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