Caro direttore, scrivo per ringraziarla per i due articoli pubblicati su FC 3 (a p. 28- 30) e FC 4 (a p. 7), riguardanti il tema della guerra. Guerra che poteri forti e occulti cercano di convincerci che è ormai inevitabile e, diffondendo notizie non veritiere, ci fanno ritenere sia importante dedicare maggiori risorse alle spese militari, anche a scapito di quelle destinate alla sanità, all’istruzione, al sociale. Finalmente la vostra rivista ha il coraggio di dire un po’ di verità su un tema così importante e chiarire dubbi che molte persone di buon senso nutrono nei confronti delle notizie che giornalmente ci tocca sentire, impotenti, dalla quasi totalità dei comuni mezzi di informazione.

GIUSEPPE G.


Caro Giuseppe, da sempre cerchiamo nel nostro piccolo di far sentire la nostra voce su questo tema insieme a tante altre persone di buona volontà appartenenti a organizzazioni ecclesiali e non. Purtroppo l’onda è partita, le parole che si spendono per aumentare le spese per le armi si rincorrono senza sosta. 

Un mondo in cui i rapporti fra le nazioni non sono più basati sul diritto internazionale e sul multilateralismo (e sulle organizzazioni internazionali), ma solo su alleanze interessate, non può che basarsi sui rapporti di forza. E intanto il 6 febbraio scorso presso le Commissioni Esteri e Difesa della Camera è ripreso l’iter per smantellare la legge 185/90, che regola l’export delle armi italiane rendendo trasparenti i dati (destinatari, tipo di armamento, banca finanziatrice, ecc.). Un appello di tante importanti realtà ecclesiali per non svuotare di contenuti quella legge è appena stato pubblicato e la campagna per impedire questa riforma è partita. 

Ci ritorneremo anche noi sulle nostre pagine a breve.