ANNA, 58 anni, separata, vive angosciata per la grave malattia del nipote diciassettenne affidatole dal tribunale dei minori da infante. Il ragazzo è affetto da malformazione artero-venosa con frequenti mal di testa e pericolose emorragie. Lo stesso chirurgo, già intervenuto con procedura non invasiva sul “groviglio” di vene che mal funzionavano, lo ha indirizzato per una risoluzione definitiva, presso un centro neurochirurgico specializzato molto distante da casa. Anna, che si arrangia con lavori precari, accumula debiti per affitti e utenze di casa. Per i controlli e i ricoveri sostenuti e da sostenere dal nipote, ha ormai esaurito ogni risorsa economica, purtroppo anche da parte della comunità parrocchiale che ha elargito più volte validi contributi.
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