«Come, possiamo scegliere noi?», chiedono stupiti Marco, Mario, Andrea, Emanuele B. ed Emanuele Z., cinque giovani adulti autistici, quando scoprono che potranno arredare a loro piacimento le camere della loro futura casa. Un’abitazione in co-housing a Bastia Umbra, in provincia di Perugia. Sostenuto dalla Fondazione Santa Rita da Cascia, si tratta del Dopodinoi: una villa con tecnologie domotiche assistite. La Fondazione sta realizzando una «piccola rivoluzione dal grande significato», sostenendo il progetto come partner esclusivo. Un impegno che assume un valore universale proprio oggi, 3 dicembre, nella Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.

Perché è qui, tra queste mura in costruzione, che le celebrazioni lasciano spazio alla vita vera. E così, tra lo stupore e la presa di coscienza, i desideri hanno preso forma concreta. Marco ha chiesto un canestro e una poltrona massaggiante; Emanuele B. ha immaginato la sua stanza dipinta di rosso, mentre Andrea ha voluto uno spazio tutto per sé dedicato alla lettura. C’è chi, come Emanuele Z., ha sognato una grande libreria e chi, come Mario, ha espresso un desiderio che racchiude tutto: «semplicità».

Marco, Mario ed Emanuele nel villino. GIOVANNI GALARDINI
Marco, Mario ed Emanuele nel villino. GIOVANNI GALARDINI
Fondazione Santa Rita da Cascia. GIOVANNI GALARDINI

Un investimento totale di 400mila euro per ANGSA Umbria, con la consulenza scientifica del Politecnico di Torino, per garantire un futuro a 12 giovani autistici. Ma, soprattutto, per garantire loro il diritto alla felicità.

Il cuore pulsante di questa iniziativa risiede in un metodo scientifico che ribalta la prospettiva assistenziale classica: la “co-progettazione mediata”. «Vogliamo garantire il diritto alla felicità di questi ragazzi, non solo all’autonomia e alla dignità — spiega Monica Guarriello, Direttrice Generale della Fondazione Santa Rita da Cascia ( https://fondazionesantarita.org )—. La co-progettazione dà voce ai loro desideri, li rende protagonisti».

In Italia, circa 600mila persone vivono con disturbi dello spettro autistico. Nonostante la Legge 112/2016 sul “Dopo di Noi” e la recente Carta di Solfagnano, il passaggio alla maggiore età rappresenta un buco nero istituzionale che lascia le famiglie sole. La testimonianza di Tina Baglioni, mamma di Mario (45 anni, sindrome di Asperger), è emblematica: «Il Dopodinoi è una cosa bella, addirittura inaspettata per la mamma di un ragazzo con difficoltà. Non sai dove sbattere la testa, e invece si presenta una soluzione grandiosa».

Per sostenere questa “rivoluzione della normalità”, la fondazione ha lanciato la campagna natalizia “Quello che ci lega”. Un concept che richiama il filo dell’amore e della compassione che unisce donatori, beneficiari e la Fondazione stessa. Con un contributo minimo di 18 euro è possibile ricevere l’Agenda 2026, uno strumento per riflettere e condividere pensieri, diventando partner attiva di questo cambiamento. I lavori, intanto, procedono spediti grazie alla generosità dei sostenitori, con investimenti già mirati alla sostenibilità ambientale e acustica della villa.

L'agenda \\\"Quello che ci lega\\\". GIOVANNI GALARDINI
L'agenda \\\"Quello che ci lega\\\". GIOVANNI GALARDINI
Fondazione Santa Rita da Cascia. GIOVANNI GALARDINI

C’è infine un’anima profondamente femminile in questo progetto, che unisce professioniste e madri sull'esempio delle monache agostiniane. Come sottolinea Madre Cossu, Presidente della Fondazione: «Ogni volta che una donna porta nel mondo un’idea nuova di cura, nasce una speranza capace di cambiare la realtà. È il segno di una carità che non si limita a donare, ma genera futuro».

Un futuro che per Marco, Mario, Andrea e gli altri, oggi ha finalmente il colore che hanno scelto loro.