Claudio Ferretti (al centro) con Alfredo Provenzali ed Enrico Ameri.
È morto Caudio Ferretti e adesso del “Dream Team” di “Tutto il calcio minuto per minuto” (Ameri, Ciotti, Provenzali, Ferretti) non è rimasto più nessuno. Ferretti aveva 77 anni ed era figlio d’arte. Suo padre Mario, uno dei primi radiocronisti della radio italiana, fu il cantore di Fausto Coppi e resta memorabile la sua frase “un uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi”.
Claudio cominciò a collaborare con la Rai nel 1963 ed entrò in azienda con il concorso del 1968. Per vent’anni la sua voce squillante ha raccontato alla radio calcio, ciclismo, atletica leggera e pugilato (“Benvenuti è in completa balìa dell’avversario, Monzon se lo porta a spasso per il ring”). Negli anni Settanta, ce lo raccontò lui stesso, scrisse anche alcuni articoli di sport per Famiglia Cristiana. Voce fissa a “Tutto il calcio minuto per minuto”, Ferretti seguì con passione il ciclismo. Nelle radiocronache non stava quasi mai nella postazione al traguardo, preferiva seguire la corsa dalla motocicletta o dall’auto attrezzata come “studio mobile”. Una volta, in una tappa del Giro d’Italia, gridò dalla motocicletta: “Attenzione, rischiamo di finire contro….”. Poi solo silenzio. Riprese la linea poco dopo per raccontare, illeso, che la moto era andata a finire contro le balle di paglia ai bordi della strada.
La sua radiocronaca capolavoro fu quella della 21a tappa del 58° Giro d’Italia, il 7 giugno del 1975. Ferretti raccontò metro per metro, tornante per tornante (“mancano 27 tornanti alla cima dello Stelvio”) la salita di Fausto Bertoglio e di Francisco Galdos verso la cima del Passo dello Stelvio, ultimo traguardo di quella edizione del Giro. Bertoglio era maglia rosa, ma rischiava grosso perché lo spagnolo Galdos era un forte scalatore e in classifica generale era a soli 40 secondi dal bresciano. I due restarono incollati fino alla fine e Bertoglio vinse il Giro. Quella di Ferretti fu una radiocronaca palpitante che tenne incollati alla radio gli appassionati di ciclismo (quel giorno, a causa di uno sciopero, la tappa non fu trasmessa in diretta dalla televisione).
Negli anni Ottanta Ferretti ideò per la radio “Il Giro al computer”, una sfida virtuale fra Girardengo, Binda, Bartali, Coppi, Bobet, Anquetil, Gimondi e Merckx. Suo complice in quella folle e intrigante avventura fu Bruno Raschi, cantore del ciclismo alla “Gazzetta dello Sport”. La classifica finale vide primo Coppi con 50” di vantaggio su Merckx.
Nel 1988 Ferretti passò alla televisione e si trovò perfettamente a suo agio come elegante e impeccabile conduttore del Tg3 (dove fu anche capo della redazione sportiva e di quella culturale). In seguito Ferretti ideò e condusse trasmissioni come Telesogni e Anni azzurri. Ferretti curò anche con Augusto Frasca l’Enciclopedia dello Sport (GarzantI) e insieme a Barbara Scaramucci scrisse due libri sulla storia della RAI (RicordeRai e Mamma Rai).
Ferretti tornò al Giro d’Italia dal 1998 al 2001 per condurre una nuova edizione di “Processo alla tappa”, lo storico programma ideato da Sergio Zavoli nel 1962. Per quel ritorno Ferretti indossò anche la tuta dei vecchi inviati RAI.
Il 10 gennaio 2010, dopo ventidue anni di assenza, Ferretti tornò al microfono di Tutto il calcio minuto per minuto per una puntata speciale dedicata al cinquantesimo compleanno della trasmissione; affiancò Riccardo Cucchi da Firenze per Fiorentina-Bari.