Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 05 ottobre 2024
 
Chiedilo a Credere
 
Credere

Così i santi vivono l'amicizia: «compagni, commensali, fratelli»

09/01/2020  Le caratteristiche dell'amicizia raccontate da due santi vissuti nel IV secolo, Gregorio e Basilio

Ero indeciso a quale domanda dare priorità all’inizio di questo nuovo anno e provvidenzialmente mi è arrivata sui social questa da parte di una ragazza giovanissima: «Robert, come si vive l’amicizia e come si rafforza questo legame?».

Ho scelto questa domanda perché all’inizio dell’anno festeggiamo due grandi santi, vissuti nel IV secolo. Entrambi proclamati dottori della Chiesa, erano anche due grandissimi amici: san Gregorio di Nazianzo e san Basilio. Piuttosto che risponderti con le mie parole, vorrei permettere a Gregorio di darci alcune caratteristiche salienti dell’amicizia. Ce le presenta parlando appunto dell’amicizia con Basilio. Per evidenziare gli elementi, metterò in rosso le parole fondamentali.

Gregorio parla della «disposizione divina», ovvero della provvidenza del Signore che ha permesso alle loro vie di incontrarsi. Nel loro caso particolare ad Atene.

In questo contesto, parla della stima che nutriva verso Basilio «per la serietà dei suoi costumi e per la maturità e saggezza dei suoi discorsi». Questa stima è stata l’inizio della loro amicizia e l’incentivo del loro rapporto.

Poi Gregorio passa a parlare della confidenza, raccontando come hanno manifestato vicendevolmente il loro desiderio e la loro ricerca della Sapienza, di Dio. Sulla base di questa apertura del cuore, Gregorio dice: «Diventammo tutti e due l’uno per l’altro: compagni, commensali, fratelli. Aspiravamo a un medesimo bene e coltivavamo ogni giorno più fervidamente e intimamente il nostro comune ideale».

Poi parla della gara che avevano, una gara di promozione reciproca: «Questa era la nostra gara: non chi fosse il primo, ma chi permettesse all’altro di esserlo».

E arriva a usare un’espressione stupenda che mi sembra il cuore di ogni amicizia profonda: «Sembrava che avessimo un’unica anima in due corpi». Cosa significa questo? Significa avere una grande aspirazione. Per Gregorio e Basilio era niente meno che la santità.

L’autore de Il piccolo principe, Antoine de Saint-Exupéry, insegna che l’amicizia non è guardarsi negli occhi, ma guardare insieme verso lo stesso orizzonte. E, da persona che tra le tante amicizie ha la grazia di avere anche “amici spirituali”, ti assicuro che avere l’Infinito di Dio come orizzonte è una grande grazia.

La prossima volta ti dirò “la mia” sull’amicizia.

Inviate le vostre domande a lettori.credere@stpauls.it

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo