Mi scrive Rosanna, quarantenne e maestra di scuola. È single e soffre questa situazione. Perciò si chiede e mi chiede «se è Dio che fa incontrare le persone per formare una coppia». Molte persone pongono queste domande esistenziali come Rosanna e penso che il primo atteggiamento non debba essere quello di teorizzare, ma di ascoltare e di esprimere empatia. Ciò detto, è bene notare che a volte poniamo le domande in maniera tale da rendere la risposta incompleta. È Dio che fa incontrare le persone? Sia il “sì” sia il “no” sono, infatti, risposte incomplete in questo caso. Anche esprimere l’ipotesi opposta – quella che chiamerei deista – non aiuta nemmeno: «Le persone si incontrano autonomamente. Dio non c’entra».
Ponendo la domanda così, presupponiamo già un “aut aut”: o è Dio a far tutto, o è l’essere umano a far tutto. Nella vita, invece, – e quindi nella vita di fede, perché è una vita reale e concreta – la risposta è un “et et”: l’una e l’altra cosa: Dio, misteriosamente guida i passi dell’uomo, ma ciò non avviene a discapito della persona umana o “per magia”. «La grazia presuppone la natura» insegna san Tommaso e con lui la tradizione teologica cattolica.
Questa piccola espressione dice tantissimo di come la grazia di Dio, la sua provvidenza e il suo progetto si realizzano e si concretizzano. Parlare dell’incontro tra due persone nell’amore implica l’incontro di due libertà, di due aperture (o anche di due chiusure!). Quindi, nell’incontro di due non c’è in gioco solo la volontà di Dio (che bisogna delicatamente discernere e non proiettare), ma c’è anche la libertà di due persone, le loro storie, i loro desideri e le loro ferite. Oltre a queste libertà, in realtà, ci sarebbero anche tutte le variabili di altre libertà e altre situazioni che contribuiscono oppure ostacolano gli incontri. Per cui, piuttosto che, come si dice, «aspettare la manna dal cielo», è consigliato fare la propria parte, essere aperti all’incontro, al confronto, senza frettolosità ma senza paura. C’è una bellissima preghiera del servo di Abramo che prega il Signore per fargli incontrare una sposa per il figlio del suo padrone, Isacco.
La modifico leggermente: «Concedimi un incontro felice e usami benevolenza» (cfr. Genesi 24,12) Può farla diventare sua preghiera... in fondo, preghiera e iniziativa non si escludono a vicenda... e il detto popolare non è privo di teologia: «Aiutati che il ciel t’aiuta».