Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 23 aprile 2025
 
EMERGENZA COVID-19
 

Fase 2 non vuol dire "liberi tutti": il signor coronavirus corre ancora per le strade tra i runner

03/05/2020  Troppa gente in Lombardia e nel resto d'Italia non rispetta le più elementari regole di sicurezza: distanza, mascherina, incontri limitati al minimo indispensabile. Non si rendono conto che non è finita: il vaccino non c'è, una cura non c'è, gli ospedali sono ancora pieni e si contano ancora i morti, specie qui nel Nord Italia. Il signor coronavirus corre ancora per le nostre strade

In alto e a fianco: così appariva Milano lunedì 4 maggio, giorno di inizio della Fase 2. (Foto di A.Pellegrini)

 

Fase 2 non vuol dire liberi tutti. Al contrario di quello che si vede in questi giorni del primo maggio purtroppo non solo nelle regioni dove tutto sta andando meglio, ma anche in Lombardia, dove si contano ogni giorno decine di morti.

Liberi tutti sembra essere la sensazione di molti, che già passeggiano da giorni a coppiette per strada, magari uno con la mascherina uno no, perché tanto siamo parenti (e con quelli che devono passarvi di fianco come la mettiamo?).

Liberi tutti sembra essere anche l'idea di chi già da diversi giorni fa la circumnavigazione di corsa del quartiere, con tanto di calzoncini e scarpe da runner e la mascherina sul mento, perché correre per chilometri e respirare dietro quella fastidiosa protezione personale non si riesce proprio...

Liberi tutti sono anche quelli che portando a spasso i cani, già da qualche giorno chiacchierano a pochi centimetri l'uno dall'altro (“il metro che misura è, non vale niente, il metro è quello che decido io”, forse stanno pensando) e disquisiscono allegri di fase due con l'amico che incontrano sempre al parco: e bene i cagnolini giocano e si rincorrono insieme, poi ognuno torna a casa sua. Si sa, i cani non portano il virus, lo dicono anche i veterinari, ma se lo trasportano tra i peli, come qualsiasi superficie,come la borsetta o le scarpe che in tempi di lockdown ci hanno insegnato a lasciare per igiene sull'uscio di casa dopo essere stati al super o in farmacia.

Liberi tutti, di andare a trovare amici e vicini, tanto da domani si potrà fare con i congiunti, che nessuno ha ben capito (o ha finto di non capire) chi siano. Cosa cambierà se faccio un salto a bere il caffè e a mangiare una fetta di torta nel giardino del dirimpettaio o se vado a trovare mamma...

Liberi tutti... liberiiiii!!! C'è chi si lamenta delle regole dettate dal governo (e ai parrucchieri nessuno ci pensa, e a noi ristoratori, e i soldi non arrivano, e questo Conte si crede un dittatore, e dovevamo riaprire di più, e forse dovevano riaprire di meno...). C'è chi si lamenta di essere stato a casa con i bambini, c'è chi si lamenta che il proprio figlio diciottenne non può andare a trovare il fidanzatino (ma non è uguale se deve presenziare per la maturità?). C'è chi si lamenta che non hanno ancora assicurato che la scuola riprenderà a settembre: e noi genitori che lavoriamo come facciamo.?..

Liberi e lamentosi. Lamentosi ma quasi liberi. Gli italiani, se c'è una regola, devono lamentarsi e piuttosto fare l'inverso. Come pagare le tasse, molti non le pagano e sono i primi a lamentarsi dei tagli che sono stati fatti alla Sanità...

Lamentarsi l'hobby nazionale e fare come si vuole. La mascherina: è come la bandana, la tengo sul collo, la tengo in tasca, la tengo appesa al braccio, la tengo sulla fronte. I più bravi (o quasi...) la tengono sotto il naso. Del resto lo hanno visto fare in tv. Al tg1, quasi alla vigilia della fatidica Fase 1 hanno fatto un utile servizio su come si usa la mascherina e ben due delle persone che sono scorse nelle immagini la portavano a protezione della bocca ma non del naso. Ma voi del servizio televisivo nazionale con cosa respirate? Solo con la bocca? La voce fuori campo non ha accennato minimamente a segnalare che quella signora immortalata dal quotidiano tiggì delle otto sta sbagliando. Così il messaggio che passa è: la mascherina si porta proprio così. Se non respiro la sposto sotto il naso. Liberi tutti, anche i telecronisti del telegiornale.

E ora inizia la fase 2, e noi della redazione, che lavoriamo e viviamo in Lombardia, siamo spaventati e arrabbiati. Arrabbiati con l'idea che una regola è fatta in Italia sono per essere frodata. Così, basterà truccare il nome sull'autocertificazione, e chi doveva andare a trovare suo fratello andrà a trovare l'amica del cuore, che ci mancava così tanto... Un po' congiunta è anche lei, no?

Liberi tutti, ma non i nostri medici negli ospedali, non gli infermieri, che in queste giorni hanno visto allentare leggermente la morsa e la paura nelle corsie, ma che sono forse preoccupati e arrabbiati come noi.

Fase 2 non è liberi tutti. Non è finita: il vaccino non c'è, una cura non c'è, gli ospedali sono ancora pieni e si contano ancora i morti, specie qui nel Nord Italia. Il signor coronavirus corre ancora per le nostre strade, tra i bambini, che non è vero che proprio il Covid-19 non lo prendono, tra i nostri anziani nelle RSA, sulle giostre dei parchetti dove non si potrebbe andare ma..., sulle ambulanze e soprattutto negli ospedali. Dove si deve poter andare ancora per fare chemioterapie, partorire ed essere ricoverati se si ha un infarto, senza doversi ammalare. O morire.

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo