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Gli idoli dei desideri e il desiderio di Dio

20/08/2020  Il desiderio non è necessariamente concupiscenza che «viene dal peccato e porta ad esso», come insegna il Concilio di Trento. Anzi, è il residuo più fedele della nostra chiamata divina

Abbiamo cercato, nella puntata precedente, di riscattare il nostro povero Desiderio dalla demonizzazione estranea al cristianesimo.  Il desiderio non è necessariamente concupiscenza che «viene dal peccato e porta ad esso», come insegna il Concilio di Trento. Anzi, il Desiderio per eccellenza è il residuo più fedele della nostra chiamata divina, chiamata all’intima unione con Dio. Il cammino del discernimento passa attraverso la lotta e la disciplina spirituale (askesis) che smaschera gli idoli artifi­ciosi e arti­ficiali dei nostri desideri, per scoprire il nostro Desiderio divino nella sua purezza e semplicità. Il nostro desiderio è incatenato nei cortocircuiti della concupiscenza che tiene prigioniera la nostra libertà. I maestri spirituali insegnano che «uno dei mezzi più effifaci per “liberare” questa volontà profonda sarà per l’appunto la “rinuncia alle volontà proprie”».

Vista in quest’ottica, la volontà di Dio per noi, che passa per il nostro vero Desiderio, non appare più una troncatura, bensì come fioritura. La volontà di Dio per noi diventa l’intensi­ficazione del nostro Desiderio che diventa un torrente concentrato e limpido, invece di essere uno stagno disperso in tutte le direzioni. La volontà di Dio per noi, in altre parole, diventa il grande alleato della realizzazione dei nostri desideri, della nostra volontà. Fa notare in questo senso un grande maestro spirituale del secolo scorso, il trappista belga della Comunità monastica di Mont-des-Cats, André Louf, che «se è innegabile che la volontà di Dio su di noi comporti talora dei reali sacri­ci per potersi realizzare, nondimeno nel più segreto di se stessa non può che coincidere con la nostra crescita più armonica e con la nostra felicità perfetta. Così come la nostra crescita integrale non può che coincidere con la volontà di Dio su di noi». Da qui diventa imprescindibile il rapporto tra la conoscenza di sé e la conoscenza della volontà di Dio, perché più conosciamo i nostri veri e più profondi desideri, più conosciamo la volontà di Dio. Come? La via è chiara, ma non è semplice: attraverso un triplice ascolto e rinnovato riconoscimento: di noi stessi, della Parola di Dio e della realtà. Diamoci quindi appuntamento, per la prossima volta, per parlare dell’ascolto della realtà.

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