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venerdì 08 novembre 2024
 
 

I soliti noti, spremuti come limoni

13/12/2011  Anticipiamo il "Primopiano" del n. 51 di Famiglia Cristiana, in edicola dal 14 dicembre. Le pesanti conseguenze della Manovra su famiglie, pensionati e lavoratori.

Da mesi le indagini confermano che le famiglie sono a rischio povertà. Sempre crescente. Al tempo stesso, evidenziano che senza la coesione delle famiglie, la crisi sarebbe stata più devastante. Soprattutto per i giovani senza lavoro. Per gli uomini e le donne espulsi dal mercato del lavoro, spesso con figli a carico. Ma anche per le persone “fragili”, bisognose di cura e assistenza, senza servizi socio-sanitari adeguati o a costi sempre maggiori.

Nessuna manovra è equa se non parte dalla famiglia. A maggior ragione, se le misure sono così necessarie, anche se dure. La crisi è grave. L’Europa ci pone vincoli molto rigidi. La medicina è davvero amara. Per questo occorreva più coraggio nell’equità. E forte discontinuità rispetto al passato. Ma anche un punto di vista nuovo. Far diventare la famiglia protagonista della sfida per il rilancio del Paese. E i figli non più fattore di povertà, ma di ricchezza e crescita.

Le famiglie non sono limoni da spremere. Come sempre, fino all’ultima goccia. Troppo semplice. Non occorreva un Governo di tecnici per farlo. Bastavano “quelli” di prima. La famiglia è risorsa di sviluppo e rilancio del “sistema Italia”. La ripresa passa, inevitabilmente, dalla capacità di un progetto. Da parte di tutti. La speranza nel futuro riparte dalla voglia di lavorare, inventare, generare. Una giovane coppia investe su un figlio, se è considerato una ricchezza per il Paese.

Ma chi può comprare o ristrutturare una casa se il poderoso aumento dell’Ici non considera chi vi abita? Si può ipotizzare una ripresa dei consumi se alle famiglie non resta più un euro in tasca? L’aumento dell’Iva e della benzina colpisce, in modo diretto, le famiglie e la loro spesa. Lo stesso accanimento sarebbe stato auspicabile nel colpire altre “fonti”. Quanto è stato prelevato da quel dieci per cento della popolazione che possiede il cinquanta per cento della ricchezza nazionale? Non si possono chiedere sacrifici alle famiglie e regalare frequenze televisive, da miliardi di euro, a Rai e Mediaset.

Dalla “casta”, poi, non è arrivato uno straccio di buon esempio. I costi della politica sono intatti. Pari alla vergognosa resistenza dei parlamentari a fare qualche sacrificio. A rinunciare ai privilegi. Quasi non fossero loro, in buona parte, responsabili del dissesto che scaricano sugli altri.

Manca nella Manovra Monti una visione innovativa. La capacità di trasformare i vincoli (interni ed esterni) in una grande opportunità di rilancio del Paese. Eppure, le imprese italiane hanno capacità di innovazione ed eccellenza. I nostri giovani sono creativi e hanno fantasia come pochi al mondo. Il “made in Italy” è insuperabile.

Il Paese, però, è alla disperata ricerca di un solido ancoraggio. La rinascita deve partire dalla famiglia. Solida roccia e àncora di salvezza. Purché politica, finanza e imprese smettano di ignorarla, e la riconoscano e la sostengano. Nessuno meglio delle famiglie garantisce solidarietà e coesione tra le generazioni e nella società. 

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