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domenica 01 dicembre 2024
 
udienza
 

Il Papa al Mieac: «Il mondo ha bisogno di educatori dal cuore grande»

31/10/2024  Francesco incontra i partecipanti all'XI Congresso nazionale del Movimento di impegno educativo di Azione cattolica e li sprona a spingere ragazzi, giovani e adulti di cui si occupano ad avere sogni alti

I ragazzi «non devono essere soggetti passivi nel processo educativo», ma accompagnati dai loro educatori, diventare protagonisti della loro vita progettando insieme il futuro. Papa Francesco incontra i partecipanti all’XI Congresso nazionale del Mieac (Movimento di impegno educativo di Azione cattolica), guidati dal presidente nazionale Giovanni Milazzo e li incoraggia perché, dice, il mondo «ha bisogno di educatori dal cuore grande». Educatori che «per il bene dei ragazzi, dei giovani e degli adulti che vivono accanto a voi» sono «chiamati ad allargare il cuore, a non aver paura di proporre ideali alti, senza scoraggiarvi di fronte alle difficoltà». Nel Congresso «che state vivendo in questi giorni», ha aggiunto, «avete rinnovato l’impegno di portare avanti
un’idea e una prassi di educazione che metta effettivamente al centro la persona, il suo imprescindibile valore e la sua originaria dignità, perché sia sempre e comunque considerata il fine e mai ridotta a un mezzo, per nessun motivo. Un’educazione – come dice il vostro progetto – "che aiuti a rientrare in sé stessi, a coltivare l’interiorità, la trascendenza, la spiritualità, come elementi imprescindibili per lo sviluppo integrale della persona umana, in tutte le sue dimensioni: esistenziale, spirituale, affettiva, culturale, sociale, politica". È proprio questa la prospettiva giusta in cui proseguire il cammino del vostro Movimento. Andate avanti!». Rifacendosi al tema del Congresso il Pontefice ha ribadito che è necessario tessere relazioni e camminare insieme: «Per non perdere il filo in questi labirinti della complessità», ha detto, «è importante non restare da soli, ma costruire e rinsaldare i rapporti proficui con i diversi soggetti del processo educativo: le famiglie, gli insegnanti, gli animatori sociali, i dirigenti e preparatori sportivi, i catechisti, i sacerdoti, le religiose e i religiosi, senza trascurare la collaborazione con le pubbliche istituzioni». Inoltre, ha aggiunto, «guardando poi al prossimo Giubileo, tempo per seminare speranza – perché di speranza abbiamo un bisogno vitale –, vorrei lasciarvi un’ultima consegna: abbiate un’attenzione speciale per i bambini, gli adolescenti, i giovani. A loro dobbiamo guardare con fiducia, con empatia, vorrei direcon lo sguardo e con il cuore di Gesù. Sono il presente e il futuro del mondo e della Chiesa. A noi il compito – tutto educativo – di accompagnarli, sostenerli, incoraggiarli e, con la testimonianza, di indicare loro la buona strada che porta a essere “fratelli tutti”».

Il Congresso, in corso a Fiuggi dal 30 ottobre e fino al 3 novembre affronta quest’anno il tema “Terra di pace. L’educazione per abitare le relazioni”. Un’occasione, si legge nel programma, «per approfondire in chiave educativa e progettuale le grandi sfide del nostro tempo, prima fra tutte quella della pace, nella convinzione che un contributo rilevante possa venire dalla capacità di saper “abitare” le relazioni con se stessi, gli altri, il mondo. Da qui, l’importanza dell’educazione perché adulti, educatori, nuove generazioni, agenzie formative, sostenendosi reciprocamente, possano sempre più promuovere la centralità, la dignità della persona e lo sviluppo di una società veramente umana».

 
 
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