«Il cristiano non crede alle superstizioni, come la magia, le carte, gli oroscopi o cose simili».
Papa Francesco nell’Angelus della prima domenica di luglio commentando il Vangelo odierno si sofferma sulla figura e il ruolo del profeta: «C'è chi lo immagina come una sorta di mago che predice il futuro; questa è un'idea superstiziosa. Tanti, tanti cristiani vanno a farsi leggere le mani. Per favore...», ha aggiunto a braccio e chiedendo di non stare dietro a «superstizioni» e «oroscopi».
Francesco soffermandosi su alcune parole di Gesù nel Vangelo ricorda che profeta «è ciascuno di noi» perché «con il Battesimo tutti abbiamo ricevuto il dono e la missione della profezia. Profeta è colui che, in forza del Battesimo, aiuta gli altri a leggere il presente sotto l’azione dello Spirito Santo, a comprendere i progetti di Dio e corrispondervi. In altre parole, è colui che indica agli altri Gesù, che lo testimonia, che aiuta a vivere l’oggi e a costruire il domani secondo i suoi disegni».
Il Papa sottolinea che «tutti siamo profeti, testimoni di Gesù perché - come afferma la Lumen Gentium - la forza del Vangelo risplenda nella vita quotidiana, familiare e sociale». Dunque il profeta è colui che «indica Dio agli altri» e quindi è «riflesso della luce di Cristo sulla strada dei fratelli. Il Signore nel Vangelo chiede pure di accogliere i profeti; dunque è importante accoglierci a vicenda come tali, come portatori di un messaggio di Dio, ciascuno secondo il suo stato e la sua vocazione, e farlo lì dove viviamo: in famiglia, in parrocchia, nelle comunità religiose, negli altri ambiti della Chiesa e della società».
Quella della profezia è un dono dello Spirito Santo, specifica Francesco, per questo «è bene ascoltare tutti e ad esempio, quando c’è da prendere una decisione importante, fa bene anzitutto pregare, invocare lo Spirito, ma poi ascoltare e dialogare», confidando nel fatto che ciascuno «ha qualcosa di importante da dire, un dono profetico da condividere».
In questo modo «si ricerca la verità e si diffonde un clima di ascolto di Dio e dei fratelli» evidenzia il Papa, un clima «in cui le persone non si sentono accolte solo se dicono quello che piace a noi, ma si sentono accettate e valorizzate come doni per quello che sono. Pensiamo a quanti conflitti si potrebbero evitare e risolvere così, mettendosi in ascolto degli altri con il sincero desiderio di comprendersi».
Da qui l’invito di Francesco a chiedersi se si è capaci di accogliere gli altri «come doni profetici», da ascoltare «con rispetto, con il desiderio di imparare», perché, conclude, «ciascuno di noi ha bisogno di imparare dagli altri».
Al termine della preghiera mariana, il pensiero del Pontefice va ancora una volta "in modo speciale" al popolo ucraino "tanto provato": «E non trascuriamo le altre guerre, purtroppo spesso dimenticate, e i numerosi conflitti e scontri che insanguinano molti luoghi della Terra. Tante guerre ci sono oggi. Interessiamoci di quello che accade, aiutiamo chi soffre e preghiamo, perché la preghiera è la forza mite che protegge e sostiene il mondo».
Francesco saluta dal Palazzo apostolico i fedeli presenti, sia i romani che quelli giunti dall'estero e da altre località in Italia. Si rivolge in particolare ad alcuni gruppi: le Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, i giovani cresimati di Ibiza e Formentera, i ragazzi dell’Unità pastorale di Tremignon e Vaccarino, nel vicentino. Il “Gruppo San Mauro” di Cavarzere e la scuola materna “Madonna dell’Olmo” di Verdellino, e i ragazzi dell’Immacolata.
Durante il mese di luglio, come di consueto, sono sospese le udienze generali del mercoledì e il Papa osserverà in Vaticano un periodo di riposo. Ai primi di agosto, dal 2 al 6, è in programma il viaggio a Lisbona per la Giornata mondiale della Gioventù.