Riprende e si conclude la catechesi sulle beatitudini. Papa Francesco spiega, in questo mercoledì, il significato dell’ottava: «Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli».
Ricorda che si ricollega con la prima annunciando la stessa felicità: «Il regno dei Cieli è dei perseguitati così come è dei poveri in spirito; comprendiamo così di essere arrivati al termine di un percorso unitario dipanato negli annunci precedenti». Riepiloga le altre beatitudini, «la povertà in spirito, il pianto, la mitezza, la sete di santità, la misericordia, la purificazione del cuore e le opere di pace possono condurre alla persecuzione a causa di Cristo», per dire che «questa persecuzione alla fine è causa di gioia e di grande ricompensa nei cieli. Il sentiero delle Beatitudini è un cammino pasquale che conduce da una vita secondo il mondo a quella secondo Dio, da un’esistenza guidata dalla carne – cioè dall’egoismo – a quella guidata dallo Spirito».
Un cammino che il mondo non comprende tanto da arrivare a perseguitare i cristiani. «Le “strutture di peccato”, spesso prodotte dalla mentalità umana, così estranee come sono allo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, non possono che rifiutare la povertà o la mitezza o la purezza e dichiarare la vita secondo il Vangelo come un errore e un problema, quindi come qualcosa da emarginare. Così pensa il mondo: questi sono idealisti o fanatici, così pensano loro». Infatti, «se il mondo vive in funzione del denaro, chiunque dimostri che la vita può compiersi nel dono e nella rinuncia diventa un fastidio per il sistema dell’avidità. Questa parola fastidio è chiara perché la sola testimonianza cristiana che fa tanto bene a tanta gente dà fastidio a coloro che hanno la mentalità mondana».
Nella bellezza della santità c’è «qualcosa di scomodo che chiama ad una presa di posizione: o lasciarsi mettere in discussione e aprirsi al bene o rifiutare quella luce e indurire il cuore, anche fino all’opposizione e all’accanimento». Francesco ricorda come «nella persecuzione dei martiri cresce l’ostilità fino all’accanimento. Basta vedere le persecuzioni del secolo scorso delle dittature, come si arriva all’accanimento contro i cristiani contro la loro testimonianza e contro l’eroicità dei cristiani».
Chi è perseguitato causa di Cristo, però, si rallegra di «di aver trovato qualcosa che vale più del mondo intero. Infatti “quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita?”. Quale vantaggio c’è?». E il Papa ricorda che è doloroso vedere che «in questo momento, ci sono molti cristiani che patiscono persecuzioni in varie zone del mondo, e dobbiamo sperare e pregare che quanto prima la loro tribolazione sia fermata. Sono tanti, i martiri di oggi sono più dei martiri dei primi secoli. Esprimiamo a questi fratelli e sorelle la nostra vicinanza: siamo un unico corpo, e questi cristiani sono le membra sanguinanti del corpo di Cristo che è la Chiesa».
Bisogna stare attenti, però, a non cadere nel vittimismo. «Non sempre», infatti, spiega il Pontefice, «il disprezzo degli uomini è sinonimo di persecuzione: proprio poco dopo Gesù dice che i cristiani sono il «sale della terra», e mette in guardia dal pericolo di “perdere il sapore”, altrimenti il sale “a null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente”. Dunque, c’è anche un disprezzo che è colpa nostra, quando perdiamo il sapore di Cristo e del Vangelo».
Bisogna essere fedeli al percorso delle Beatitudini «perché è questo che porta ad essere di Cristo e non del mondo. Vale la pena di ricordare il percorso di San Paolo: quando pensava di essere un giusto era di fatto un persecutore, ma quando scoprì di essere un persecutore, divenne un uomo d’amore, che affrontava lietamente le sofferenze della persecuzione che subiva. L’esclusione e la persecuzione, se Dio ce ne accorda la grazia, ci fanno somigliare a Cristo crocifisso e, associandoci alla sua passione, sono la manifestazione della vita nuova. Questa vita è la stessa di Cristo, che per noi uomini e per la nostra salvezza fu “disprezzato e reietto dagli uomini”».
Niente compromessi con il mondo, anche se i cristiani sono tentati dal farlo, ma essi «sono un pericolo, il cristiano sempre è tentato dal fare compromessi con lo spirito del mondo, rifiutare i compromessi è la via per il Regno dei cieli, la più grande gioia, la vera letizia. E poi nelle persecuzioni sempre c’è la presenza di Gesù che ci accompagna, ci consola e la forza dello Spirito che ci aiuta ad andare avanti» E allora, conclude il Papa, «non scoraggiamoci quando una vita secondo il Vangelo attira le persecuzioni, c’è lo Spirito che ci sostiene in questa strada».
Nei saluti nelle diverse lingue, infine, il Papa ricorda la festa di San Giuseppe lavoratore e affida «alla misericordia di Dio le persone colpite dalla disoccupazione a causa dell’attuale pandemia», chiede al Signore che, «in questo momento di difficoltà» si possa «sperimentare una grande pace interiore», esorta «le famiglie a radunarsi quotidianamente per la recita del Rosario sotto lo sguardo della Vergine Madre, affinché in esse non si esaurisca l’olio della fede e della gioia, che sgorga dalla vita di quanti sono in comunione con Dio», soprattutto in questo mese di maggio. «Rimanendo nelle case a causa della pandemia», invita, «sfruttiamo questo tempo per riscoprire la bellezza di pregare il Rosario e la tradizione delle funzioni mariane. In famiglia, oppure individualmente, in ogni momento fissate con lo sguardo il Volto di Cristo e il cuore di Maria».
Agli italiani indica l’esempio di Caterina da Siena, compatrona d’Italia. «Questa grande figura di donna», conclude, «attinse dalla comunione con Gesù il coraggio dell’azione e quella inesauribile speranza che la sostenne nelle ore più difficili, anche quando tutto sembrava perduto, e le permise di influire sugli altri, anche ai più alti livelli civili ed ecclesiastici, con la forza della sua fede. Il suo esempio aiuti ciascuno a saper unire, con coerenza cristiana, un intenso amore alla Chiesa ad una efficace sollecitudine in favore della comunità civile, specialmente in questo tempo di prova». Chiede alla Santa «di proteggere l'Italia durante questa pandemia e di proteggere l'Europa perché è anche patrona d'Europa».