Ho letto con piacere il “Primo piano” sulla scuola (FC n. 20/2014), dove ribadisce la necessità di un’alleanza educativa tra scuola, famiglia, educatori sportivi e animatori degli oratori. Io ho sperimentato questa “alleanza”, che avevo allargata anche agli amministratori locali, alle forze dell’ordine e ai circoli culturali. Come effetto, nella città, si è creato un clima positivo. Tutti si ritenevano responsabili della formazione dei giovani e si lasciavano coinvolgere. S’era realizzato ciò che papa Francesco ha detto al mondo della scuola: «Per educare un figlio ci vuole un villaggio». Così, i giovani possono apprendere le “tre lingue” citate dal Papa.
ALBERTO A.

Molti gli spunti di riflessione che papa Francesco ha fornito nella “festa” della scuola a Roma. Di fronte all’emergenza educativa e alla perdita di senso della vita, non è più tempo di sterili contrapposizioni tra insegnanti, genitori e tutti coloro che hanno a cuore la crescita armonica delle nuove generazioni. A scuola non si apprendono solo nozioni, ma valori e stili di vita. Quanto alle “tre lingue” che tu ricordi, sono quelle della mente, del cuore e delle mani. Ecco la spiegazione del Papa: «Pensare quello che tu senti e quello che fai; sentire quello che tu pensi e quello che tu fai; e fare bene quello che tu pensi e quello che tu senti. Le tre lingue, armoniose e insieme».