Dopo avere concluso i racconti delle origini di Gesù, l’evangelista Luca, con un balzo di parecchi anni, porta i suoi lettori a incontrare Giovanni il Battista nel pieno della sua attività predicatoria e battesimale. Siamo sulle rive del Giordano e la voce del Precursore tuona potente chiamando il popolo alla conversione con espressioni vigorose e decisamente minacciose: «Razza di vipere… Fate dunque frutti degni della conversione… Già la scure è posta alla radice degli alberi…». Per lui, infatti, la via al Signore che viene si prepara con azioni concrete di giustizia.
Alla folla che domanda come sfuggire all’ira divina imminente annunciata dal Battista, questi risponde dunque con indicazioni precise che rivolge, di volta in volta, a diverse categorie di persone quali gente comune, pubblicani e soldati. Fare elemosina e condividere quel che si ha, comportarsi in modo onesto, abbandonare violenze ed evitare di fare torti agli altri sono le opere di giustizia con le quali occorre dimostrare la propria volontà di conversione.
Questa è la cornice della selezione di versetti evangelici che ascoltiamo nella liturgia della Domenica del Battesimo del Signore, nei quali vediamo subito la folla interrogarsi circa l’identità del Battista, domandandosi se non fosse lui il Messia.
A chiarire le cose ci pensa subito Giovanni tracciando una distanza netta tra sé e «colui che viene dopo di lui». Questi, non solo è gerarchicamente al di sopra di lui (è «più forte» dice, alludendo all’appellativo biblico di Dio quale «forte di Israele»), ma viene per portare lo Spirito, che nel Primo Testamento è promesso, nei Vangeli appartiene a Gesù e dopo la Pentecoste viene donato ai cristiani.
Luca annuncia così, con l’avvento di Gesù, l’avvio di un tempo nuovo che la lettera agli Efesini, di cui nella liturgia ascoltiamo un brano, descrive come tempo di riconciliazione e pace, in cui accostarsi gli uni agli altri come fratelli e sorelle, familiari di Dio, figli di un solo Padre nello Spirito.
Presentato Giovanni, la selezione di versetti evangelici ci fa assistere immediatamente al battesimo di Gesù. La descrizione del battesimo stesso è essenziale e rapida e non indulge in particolari cenni di solennità, ma dà uno spessore storico alla scena che mantiene comunque i caratteri apocalittici.
Lo Spirito si rende presente «in forma corporea», dunque non è riservato alla visione interiore del solo Gesù ma per Luca la sua discesa è un evento a tutti gli effetti, come lo sarà la Pentecoste in Atti. La voce dal cielo sigla la scena rivelando l’identità di colui sui cui è presente lo Spirito. E la rivela come relazione, prima ancora che come missione: è il Figlio, è l’Amato.
A partire da questo si conoscerà il carattere e il modo del suo essere il Messia e soprattutto si comprenderà quale salvezza è venuto a portare: quella di un amore che sana, riconcilia, rialza, consola, ma soprattutto costruisce relazioni nuove, nelle quali riconoscere nel volto altrui quello di un fratello o di una sorella.