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domenica 18 maggio 2025
 

Domenica 24 dicembre 2023 - domenica prenatalizia

All’interno di una delle classiche esortazioni che rivolgeva alle comunità cui era legato, Paolo chiede ai cristiani di Tessalonica di fare particolare attenzione all’azione dello Spirito e al manifestarsi dei suoi doni. Probabilmente la presenza di falsi profeti disorientava e irrigidiva la comunità anche nei confronti delle provocazioni profetiche autentiche. Ma senza la forza innovatrice e creativa dello Spirito, la vita della Chiesa appassisce e diviene sterile.

Dunque, seppur con discernimento e prudenza, è imprescindibile restare aperti allo Spirito, quand’anche dovesse percorrere sentieri inconsueti o apparentemente inconsueti, se non addirittura inopportuni.

La genealogia di Gesù con cui Matteo apre il suo Vangelo è uno tra gli esempi più mirabili di come il manifestarsi dell’azione dello Spirito nella storia sia spesso spiazzante.

Nel titolo ci sono apparentemente le premesse per la storia perfetta. Gesù è il Cristo, il Messia atteso per la liberazione del popolo. È di stirpe regale, figlio di Davide a cui era stata promesso un re che avrebbe inaugurato i tempi dello splendore del regno. Non che l’appartenenza alla categoria dei sovrani di Israele sia una garanzia, considerato che nella maggioranza dei casi si è trattato di pessimi re. Dello stesso Davide, il cui sangue scorre nelle vene di Gesù, conosciamo bene le miserie e bassezze morali.

Del Cristo si dice anche che è figlio di Abramo, il rappresentante della stirpe patriarcale, destinatario di una benedizione divina che avrebbe poi raggiunto tutte le genti. Uomo di fede, ma anche fatto di luci e ombre, di slanci e cadute, di affidamento e diffidenza.

In Gesù c’è la stirpe dei re insieme a quella dei patriarchi. La sua sarà una storia che porterà salvezza a Israele e a tutte le genti. Che genere di re sarà e che salvezza porterà? Matteo lo spiegherà nel suo Vangelo, ma nel cucire le generazioni che anticipano Gesù, inserisce elementi che lasciano presagire qualcosa di sorprendente e fuori dagli schemi, come solo lo Spirito sa fare.

In un elenco di soli uomini, in un contesto marcatamente patriarcale, compaiono cinque donne: Tamar, Racab, Rut, Bersabea e Maria. La prima, rimasta vedova due volte, di fronte all’ingiustizia compiuta dal suocero Giuda che non intende adempiere alla Legge dandole il terzo figlio, con un inganno a metà strada tra la prostituzione e l’incesto si fa ingravidare dallo stesso suocero. Racab è una prostituta di Gerico che aiutò Israele a far cadere la città in assedio, mentre Rut è una straniera di Moab e Bersabea un’adultera. Infine, Maria e la sua maternità fuori dai confini della Legge, con un figlio che nasce “senza padre”, poiché di Giuseppe non si dice che generò. Nella genesi del Figlio di Dio ci sono “irregolarità” sorprendenti. Una schiera di santi, re, credenti, popolani, pagani, stranieri, peccatori: tutta l’umanità è raccolta nella stirpe di Gesù e nulla v’è di indegno nell’umano a tal punto da non poter essere abbracciato dalla sua salvezza. Per questo il Natale del Cristo è Natale dell’umanità intera, senza distinzione alcuna.


21 dicembre 2023

 
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