I primi che incontra sono i giovani peruviani. Papa Leone dà il benvenuto ai ragazzi e alle ragazze venuti a Roma per il loro Giubileo incontrando una delegazione proveniente dalla sua antica terra di missione. Pensa ai tanti sacrifici che hanno fatto le « vostre famiglie e le tante persone delle vostre comunità parrocchiali che sicuramente vi hanno aiutato» per «rendere possibile questo viaggio tanto atteso».

A loro spiega le due parabole del Vangelo di oggi: quella che parla del chicco di senape e quella che cita il lievito. «Come vediamo, sono due elementi, diremmo, quasi insignificanti: eppure, con la forza della vita che portano in sé possono trasformarsi, crescere e servire al fine per cui sono stati creati». Leone ricorda che, come il lievito e la senape, «anche noi siamo piccoli, ma non siamo soli; il Signore ha voluto che facessimo parte di una grande famiglia, la famiglia della Chiesa. Incorporati a essa in Cristo, come i grappoli alla vite, possiamo crescere e recare frutto, aiutati dalla grazia del Signore». Radicati in un popolo, come diceva sant’Agostino spiegando queste parabole.

Un’sperienza che i giovani faranno in questa settimana quando si sentiranno non solo parte di un popolo, ma «parte della Chiesa universale, che avvolge e abbraccia tutta la terra, senza distinzione di razza, lingua o nazione; estendendosi come l’arbusto della senape e fermentando come il lievito».

Leone chiede che questa esperienza non sia individuale e solo intima, ma che «tutto ciò che vivrete in queste giornate» possa essere condiviso. «Per favore», dice, «che tutto questo non resti solo come un ricordo, solo come qualche foto carina, solo come qualcosa del passato. Vorrei che, una vota tornati in Perú, inondaste quelle terre con la gioia e la forza del Vangelo, con la Buona Novella di Gesù Cristo. Che tutte le persone che incontrerete possano vedere in voi il volto di Cristo che ama e si dona, che continua a essere presente in ogni battezzato. Per questo, amate e servite gratuitamente, nella vita quotidiana, in ciò che è piccolo, in ciò che è nascosto, perché avere sperimentato la gioia di essere amati per primi, e perché avete ricevuto tutto gratuitamente da Dio nostro Padre».

Fa riferimento agli zaini che, «contenendo solo l’essenziale, sono il segno della missione che oggi il Papa vi affida: siate missionari ovunque andiate, siate trasparenza della presenza del Signore, come lo sono stati i nostri amati santi peruviani. Sapete che Papa Francesco parlava sempre del Perú come terra “ensantada”, tanti santi, ma non solo del passato, santi anche dell’oggi e del domani».