L’acronimo è impronunciabile (Unsmil), in ogni caso significa United Nations Support Mission in Libya ed è, appunto, la missione di supporto delle Nazioni Unite alla nuova Libia del dopo-Gheddafi per la promozione dei diritti umani.
Purtroppo, la missione fa anche scoperte poco piacevoli. Per esempio, che dal 2011 (cacciata di Gheddafi) a oggi almeno 27 persone sono morte in carcere in conseguenza di maltrattamenti e percosse, in sostanza torture. Di queste, 11 nel solo periodo gennaio-giugno 2013. Ma non basta. Nelle carceri libiche sono tuttora detenute, in relazione con i fatti del 2011, almeno 8 mila persone, per la gran parte carcerate senza aver ancora avuto un regolare processo.
Il Rapporto Onu sottolinea che la tortura è abbondantemente praticata e che per i malcapitati il momento più pericoloso è quello dell’arresto, quando le violenze sono più frequenti. Ecco un Paese in cui, una volta arrivati in cella, si può quasi tirare un sospiro di sollievo.
Purtroppo, la missione fa anche scoperte poco piacevoli. Per esempio, che dal 2011 (cacciata di Gheddafi) a oggi almeno 27 persone sono morte in carcere in conseguenza di maltrattamenti e percosse, in sostanza torture. Di queste, 11 nel solo periodo gennaio-giugno 2013. Ma non basta. Nelle carceri libiche sono tuttora detenute, in relazione con i fatti del 2011, almeno 8 mila persone, per la gran parte carcerate senza aver ancora avuto un regolare processo.
Il Rapporto Onu sottolinea che la tortura è abbondantemente praticata e che per i malcapitati il momento più pericoloso è quello dell’arresto, quando le violenze sono più frequenti. Ecco un Paese in cui, una volta arrivati in cella, si può quasi tirare un sospiro di sollievo.


