Pochi l'hanno notato ma il ministro dell'Interno Angelo Alfano ha comunicato che l'Italia è attrezzata per accogliere fino a 16 mila profughi che dovessero arrivare dalla Siria se la situazione del Paese, già drammatica (sono 2 milioni finora i profughi siriani) dovesse aggravarsi con l'eventuale intervento militare Usa.

Come si dice: buono a sapersi. Non saremo colti di sorpresa. Sorgono però alcune inevitabili domande. Per esempio: questi 16 mila sarebbero, ovviamente, dei profughi di guerra; di una guerra, per di più, combattuta contro un tiranno che il Governo italiano, in proprio e tramite la Ue, ha condannato. Avrebbero indubbiamente diritto, ci pare, allo status di rifugiati politici.

Altra domanda: ma non era la stessa cosa per gli egiziani, i tunisini e i libici che arrivavano sulle nostre coste nei mesi e anni scorsi? Perché invece, allora, li trattavamo come appestati da respingere? E perché se si presenta un profugo della Somalia o dell'Eritrea, che ha attraversato mezza Africa per sfuggire alla guerra, quando va bene lo chiudiamo in un Cie?