Il cibo non è solo nutrimento. E’ un’occasione di conoscenza e condivisione, di dialogo e confronto, un legame che unisce persone, culture, tradizioni, storie. In buona parte del mondo, purtroppo ancora oggi il cibo non è un diritto garantito a tutti, ma una sfida quotidiana, in molti casi un privilegio. Come nei Paesi attraversati da guerre, crisi umanitarie, epidemie, dove opera Medici senza frontiere. Per molte persone costrette a lasciare la propria terra a causa dei conflitti, delle violenze, dell’insicurezza, delle persecuzioni, delle catastrofi ambientali, le proprie tradizioni culinarie diventano ricordi ai quali aggrapparsi per mantenere viva la propria cultura, il legame con le origini.

Medici senza frontiere ha lanciato Un mondo a tavola, dieci ricette senza frontiere, una raccolta online di ricette di diversi Paesi nei quali la Ong è attiva, per condividere il patrimonio culinario con tante persone che, magari, attraverso la cucina possono scoprire o approfondire la cultura e la storia di altri popoli.

Dall’aperitivo fino al dessert, tra piatti dolci e salati, si viaggia da una parte all’altra del mondo. Si va dai tacos, uno dei cibi di strada più amati in Messico, ai samosa, fagottini ripieni originari dell’India ma diffusi in molte regioni dell’Africa, come il Mozambico. Dal Ful Medames, uno dei piatti più popolari del Sudan servito a colazione o come portata principale, si arriva in Ucraina con il Borsch, uno dei piatti simbolo della cucina di questo Paese con diverse varianti regionali e familiari; dal Saka Saka particolarmente diffuso nella Repubblica Democratica del Congo, preparato con foglie di manioca sostituibili con spinaci o bietole, si raggiunge la Palestina con il Kunafa, il dolce più rappresentativo della tradizione palestinese, preparato con uno strato croccante di pasta kataifi ripiena di formaggio dolce al profumo di rose.

Il mondo a tavola, dieci ricette senza frontiere è scaricabile sulla pagina www.msf.it/ricette lasciando i propri contatti. Ogni piatto è accompagnato da una breve scheda sul Paese di riferimento e sulle attività che Msf vi svolge per supportare la popolazione colpita da crisi dimenticate e contesti di emergenza.

«In ogni missione i pasti si trasformano in un momento di convivialità e scambio, che per un attimo ci danno sollievo dal contesto di crisi in cui stiamo lavorando. Ci auguriamo che queste ricette siano un’occasione non solo per sperimentare nuovi sapori ma anche per conoscere crisi dimenticate in diversi Paesi del mondo e per riflettere su quanto l’accesso al cibo non sia ancora garantito a milioni di persone», dichiara Domenico Spagnolo, psicologo e operatore umanitario di Msf.

L’organizzazione umanitaria assiste ogni giorno impatto devastante di cambiamenti climatici, conflitti e povertà sulla sicurezza alimentare. Una crisi aggravata da una diminuzione globale dei finanziamenti per la malnutrizione. Spesso anche i conflitti sono una delle cause dell’insicurezza alimentare, per l’impatto che hanno sull’agricoltura, sulla produzione alimentare e sull’accesso ai mercati locali, come avvenuto in Ucraina, uno dei principali fornitori di grano del mondo, in Sudan con 13 milioni di persone sfollate e in Palestina dove l’intera popolazione di 2,2 milioni di persone non ha più cibo sufficiente per sopravvivere.

Nel 2024 Msf ha gestito numerosi progetti per la malnutrizione, tra cui in Yemen, Afghanistan, Sudan e Gaza, rivolti soprattutto a bambini e donne, e oltre 584.000 bambini affetti da malnutrizione sono stati curati dai programmi nutrizionali di Msf.