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venerdì 13 settembre 2024
 
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Auticon, azienda che assume solo ragazzi con autismo

17/02/2021  I giovani con queste caratteristiche sono più abili degli altri nel campo informatico. Affiancati da un coach possono essere inseriti con successo nelle aziende

Gianantonio Tosi
Gianantonio Tosi

Essere affetti da un disturbo dello spettro autistico significa spesso sentirsi tagliati fuori dal mondo, non riuscire a valorizzare le proprie competenze e, nel momento in cui si cerca un lavoro, trovare le porte sbarrate. Ma se si riesce a trovare i giusti canali di comunicazione queste persone dimostrano di essere dei lavoratori brillanti, affidabili, meticolosi, anche geniali. È quello che dal 2013 fa Auticon, un’azienda nata in Germania e che poi ha aperto decine di sedi in diversi Paesi del mondo, che assume sole persone con autismo ad alto funzionamento, ovvero che hanno un buon livello cognitivo. Al figlio del fondatore di Auticon, Dirk Müller-Remus, era stata diagnosticata questa sindrome, e lui si accorse che la maggior parte delle persone autistiche erano disoccupate. Da qui l’idea di trovare dei percorsi che potessero favorire il loro ingresso nel lavoro. A Milano (e successivamente a Bologna), Auticon è sbarcata nel 2019. «I soggetti autistici sono molto bravi nei lavori informatici», spiega Alberto Balestrazzi, chief executive officer, «per la loro forma mentis prestano molta attenzione ai dettagli, per poi ricostruire l’insieme, e questo è molto importante quando si tratta di fare l’analisi dei dati. Per esempio, sono molto abili a riconoscere gli errori. Insomma, in realtà complesse hanno una marcia in più. Il loro problema è che hanno difficoltà nelle relazioni, e il mondo del lavoro è fatto anche di questo. Occorre trovare i giusti accomodamenti per sfruttare al meglio le loro enormi potenzialità. Spesso rimangono disoccupati perché fanno fatica a sostenere un colloquio e le aziende non sono così ben disposte a venire incontro alle loro particolari esigenze. Noi non pretendiamo al colloquio, per esempio, che ci guardino negli occhi, sappiamo per esperienza che se si sforzano di alzare lo sguardo perdono la  concentrazione e non ascoltano. L’idea di Auticon è quella di mettere a disposizione delle aziende i loro talenti, affiancando ai lavoratori, uomini e donne, degli psicologi. L’azienda non ha l’onere di doverli gestire, a questo ci pensiamo noi. I lavoratori autistici vengono inseriti in normali contesti lavorativi, non sono ghettizzati e percepiscono un regolare stipendio».

La voce si è velocemente sparsa tra le associazioni di familiari di soggetti autistici e tra gli psicologi che li seguono, e arrivano numerose candidature. Non devono essere necessariamente laureati in informatica, l’importante è che siano competenti. E anche se hanno avuto un percorso scolastico accidentato, spesso hanno un quoziente intellettivo molto elevato. Nella sede milanese di Auticon abbiamo conosciuto uno di questi neoassunti, Gianantonio Tosi, 41 anni. «Ho combattuto tutta la vita con le mie difficoltà relazionali, ma alla diagnosi ci sono arrivato solo di recente. A scuola ero uno studente modello, ma con gli altri ragazzi non legavo, mi facevano paura. E poi dovevo combattere con le mie ossessioni. Dopo la laurea in Ingegneria civile è stato naturale andare a lavorare nell’impresa edile di famiglia, ma la mia vera passione sono sempre stati i computer. Poi ho scoperto per caso su Internet dell’esistenza di Auticon e mi sono presentato. Lavoro per Poste italiane, faccio test sui software dei servizi digitali. Finalmente mi sento apprezzato per le mie qualità. Trovando gratificazione nel lavoro è migliorata la componente ossessiva e per la prima volta da Borgomanero mi sono trasferito a Milano per vivere da solo. Al suo fianco c’è una psicologa, Alice Nova, che funge da job coach: «Mi assicuro che la postazione di lavoro, quando è in azienda, abbia le caratteristiche giuste per questo tipo di soggetti, ovvero una postazione defilata, la luce posizionata in un certo modo. E aiuto il cliente a relazionarsi con loro». Il Covid ha rallentato un po’ tutto, ma entro fine anno si dovrebbe arrivare a 25 persone assunte.
 

 
 
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