Quando si parla di unione intima non si intende solo il gesto in cui l’uomo e la donna diventano anche fisicamente “una sola carne”, ma pure tutti quelli che precedono, accompagnano e seguono l’unione intima. È un’unione umana dettata dall’amore e non solo dall’istinto, e quindi deve essere realizzata con atteggiamenti che esprimono anche fisicamente tenerezza, dolcezza, affettuosità, attrazione, piacevolezza, donazione di sé all’altro e che preparano e seguono l’unione intima. La sapienza divina ha messo anche nella corporeità dei coniugi la possibilità di rendersi felici e di legarsi ancor più tra loro con gesti che procurano gioia e unione, e i coniugi devono sapere manifestare e accogliere tutti quegli atti che rendono più umano e piacevole il gesto finale dell’intimità. E ringraziarne Dio, come voi fate. L’unico limite è non fare richieste sgradite al coniuge, o trattare il coniuge come strumento per il proprio piacere. La corporeità è per l’amore, con piacere, e non per il piacere che sacrifica l’amore.