Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 16 luglio 2025
 
dossier
 

Sovraffollamento ed emergenza caldo in carcere, cosa dicono i numeri

03/07/2025  La denuncia del presidente Mattarella e la testimonianza dell'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, detenuto a Rebibbia, letta a Palazzo Madama dal senatore del Pd Michele Fina, riaccendono l'attenzione sulle condizioni degli istituti di pena anche alla luce dell’emergenza caldo di questi giorni. Ecco la fotografia scattata dall’Associazione Antigone nel suo ultimo Rapporto in 30 prigioni italiane celle di soli 3 metri quadrati. Oltre al sovraffollamento, preoccupa l'emergenza suicidi e l'aumento esponenziale dei reclusi negli Istituti di pena minorili

«Il caldo arroventa il sovraffollamento nelle celle, ma la politica dorme con l'aria condizionata». A scriverlo, in una lettera, è l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, detenuto nel carcere di Rebibbia, e il suo atto d’accusa è stato pronunciato mercoledì dal senatore del Partito democratico Michele Fina. Nell’Aula di Palazzo Madama Fina ha letto un passaggio del "diario di cella" di Alemanno, quello che racconta il 180esimo giorno di detenzione. Il dem ha detto di voler leggere «le parole di un avversario politico da cui mi sento lontano» sulla condizione carceraria in quanto si è «sentito convocato dalle parole del presidente Sergio Mattarella», che qualche giorno fa ha chiesto alle forze politiche di occuparsi delle condizioni dei detenuti.

Durante il pronunciamento di quel discorso, nel reparto G8 di Rebibbia una donna ha tentato il suicidio, e per fortuna è stata salvata. A rivelarlo è stato ancora Alemanno, in un'altra lettera inviata mercoledì.

«La politica dorme (con l’aria condizionata), aspettando che il Commissario preposto costruisca magicamente le nuove carceri che dovrebbero ospitare le 14.000 persone che sono detenute in più rispetto a quelle che per regolamento i nostri istituti penitenziari potrebbero ospitare», prosegue Alemanno, che attacca: «L'ultima notizia è che saranno acquistate con 32 milioni di euro delle strutture prefabbricate che, una volta installate, dovrebbero ospitare 384 detenuti in più, per un costo di 83.000 euro per ogni detenuto! Considerati i mesi necessari per l’installazione, questi prefabbricati non riusciranno neanche a ospitare le nuove persone che nel frattempo saranno state portate in carcere».

Il riferimento è al provvedimento del Governo che aveva annunciato tempi brevi per costruire nuove strutture per ospitare i detenuti nelle carceri in sovraffollamento con il caldo record di questi giorni che rende ancora più drammatiche le condizioni dei detenuti.

La situazione denunciata dall’ex sindaco di Roma trova riscontro nei numeri messi in fila dall’associazione Antigone sulle condizioni di detenzione in Italia nel XXI Rapporto presentato un mese fa a Roma e intitolato Senza respiro.

I detenuti totali sono 62.445, a fronte di una capienza complessiva delle carceri italiane di 51.280 posti. Il tasso di affollamento elaborato dall'associazione è del 121,8%, leggermente inferiore a quello indicato dal ministero della Giustizia che è del 134,19% (ma è aggiornato al 1° luglio).

Delle 189 carceri italiane quelle non sovraffollate sono ormai solo 36, si legge nel Rapporto, mentre quelle con un tasso di affollamento uguale o superiore al 150 per cento sono ormai 58, quando a fine marzo 2023 erano 39.

A oggi gli istituti più affollati sono Milano San Vittore (220%), Foggia (212), Lucca (205), Brescia Canton Monbello (201), Varese (196), Potenza (193), Lodi (191), Taranto (190), Milano San Vittore femminile (189), Como (188), Busto Arsizio (187), Roma Regina Coeli (187), Treviso (187).

Il sovraffollamento non colpisce solo le carceri per adulti. Per la prima volta nella storia interessa anche gli istituti penali per minorenni dove sono 611 i ragazzi detenuti (di cui 27 ragazze). «Un record storico che ha caratteri preoccupanti se si pensa al fatto che alla fine del 2022 negli Ipm c’erano 381 persone», evidenzia il Rapporto di Antigone, imputando l’aumento di questi numeri al “decreto Caivano” che ha fatto crescere enormemente i numeri, soprattutto dei ragazzi in custodia cautelare (il 65% dei minorenni è infatti recluso senza una condanna definitiva).

Affrontare il problema del sovraffollamento costruendo nuove carceri o ampliando quelle esistenti non è, secondo Antigone, la strada giusta: «In Italia», denuncia il Rapporto, «il problema del sovraffollamento carcerario è stato a lungo affrontato partendo da un assunto semplicistico: considerandolo, cioè, come un fenomeno esclusivamente infrastrutturale, riconducibile alla mera insufficienza di posti letto. Questa visione rischia, però, di celare il problema strutturale rappresentato dall’insufficienza di personale. Il sistema penitenziario italiano, infatti, soffre da anni di una cronica carenza di agenti di polizia penitenziaria, educatori, psicologi, mediatori culturali e personale sanitario. Questa mancanza compromette gravemente la gestione ordinaria degli istituti, rendendo impossibile garantire standard dignitosi di vita interna e di trattamento. Aprire nuove sezioni o nuovi istituti, senza parallelamente investire nel reclutamento e nella formazione di personale qualificato, finisce inevitabilmente per aggravare ulteriormente il problema».

Il Rapporto dedica, poi, ampio spazio alle statistiche dei reati, tutti in lieve calo nel corso del tempo. Nel periodo che va dal 2008 al 2013 «si rileva una generale diminuzione dei delitti commessi e denunciati». Nonostante questo, il numero di ingressi è comunque cresciuto: «Nel 2024 sono entrate in carcere 43.417 persone, circa 3.000 in più degli ingressi dell’anno precedente».

Per quanto riguarda l’età della popolazione detenuta, questa «continua ad aumentare, ma lo fa in modo irregolare». Gli ultra quarantacinquenni, che nel 2010 erano solo il 26,1 per cento dei presenti alla fine del 2024 erano il 42,2 per cento. I giovani intorno ai venticinque anni invece nel 2010 erano il 10,4 per cento, il 5.8 per cento nel 2022, mentre alla fine del 2024 rappresentavano il 6,4 per cento delle presenze, e il 10,4 per cento degli stranieri detenuti.

Le persone straniere detenute al 30 aprile 2025 sono 19.740, pari al 31,6 per cento della popolazione carceraria. Negli ultimi anni, la presenza di detenuti stranieri si è mantenuta costante seppur assumendo un andamento decrescente. La maggior parte di loro è detenuta nelle carceri del Nord Italia e nel Lazio.

Nel 2024 91 detenuti si sono suicidati

  

Una parte del rapporto di Antigone è dedicata ai suicidi. Nel 2024 sono 91 i detenuti che si sono tolti la vita. Si tratta dell'anno con più morti in cella di sempre. Per quanto riguarda quest'anno, tra gennaio e maggio 2025 sono 33 le persone che si sono suicidate. L'associazione spiega di aver utilizzato come fonte i numeri del Dossier Morire di carcere di Ristretti Orizzonti anche perché non ci sono dati ufficiali dalle istituzioni. Di questi 124 suicidi, quattro erano donne. I più giovani sono quattro ragazzi che avevano 20 anni, il più anziano un uomo di 82 anni. Il 45.2 per cento sono persone straniere. Mentre il 40 per cento era in attesa del primo giudizio.

Secondo le elaborazioni il tasso di suicidi in carcere, nel 2024, è pari a 14,8 casi ogni 10.000 persone detenute. Si può anche elaborare un tasso di suicidio rispetto alla società libera. Nel rapporto si legge: «Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nel 2021 il tasso di suicidi in Italia era pari a 0,59 casi ogni 10.000 abitanti. Mettendo in relazione i due dati, vediamo come oggi in carcere ci si levi la vita ben 25 volte in più rispetto alla società esterna».

Secondo questi dati l'Italia si colloca al di sopra della media europea per quanto riguarda i suicidi in carcere, nonostante sia spesso considerata al di sotto per quanto riguarda il numero di suicidi generico. «Secondo l’ultimo dato del Consiglio d’Europa», si legge nel Rapporto, «nel 2022 il tasso di suicidi nelle carceri italiane era più del doppio della media europea: 15 casi ogni 10.000 persone detenute, a fronte di una media di 7,2 casi».

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo