Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 04 novembre 2024
 
andrea camilleri
 

«Con il premio intitolato a nonno è come se fossi ancora seduta a lavorare accanto a lui»

06/08/2024  Nasce in vista del centenario dello scrittore (1925-2025). La nipote Arianna Mortelliti, che ne è la direttrice artistica, gli è stata accanto nell’ultimo anno di vita. «Preparava l’auto difesa di Caino. Lui faceva le prove di memoria, io ero pronta con il testo a suggerire» (in copertina)

Racconti brevi, radiodrammi, poesie e fiabe per bambini. Sono queste le categorie del Premio Camilleri, nuovi narratori che nasce in vista dei cent’anni dalla nascita del grande scrittore  siciliano (6 settembre 1925- 2025). Per due categorie (www.premioandreacamilleri.it): Chiù picca di sissanta tutti coloro che hanno meno di sessant’anni; e Chiù assà di sissanta: chi ha già compiuto sessant’anni o li compirà entro il 2025.

«Una sezione nasce proprio per evocare la possibilità di raggiungere il successo anche in età matura esattamente com’è successo a nonno», ci racconta Arianna Mortelliti, nipote del Maestro Camilleri insegnate e scrittrice, autrice di Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni edito Mondadori, in uscita col suo secondo libro in ottobre.«Ci faceva piacere che concorressero, separatamente, i più giovani e i più grandi proprio per dare importanza al successo tardivo che ha avuto mio nonno».

L’altro aspetto centrale è il tema.
«Ogni anno ci sarà un tema diverso, quest'anno è Oltre la ragione, che riprende la trilogia delle metamorfosi di nonno, composta dai tre romanzi Maruzza Musumeci, Il casellante e Il sonaglio, una trilogia fantastica, favole per adulti, libri meravigliosi. Tutti e tre hanno come particolarità di avere protagoniste femminili molto particolari, donne ammaliatrici, sensuali, al tempo stesso però dolci, amorevoli, con accanto uomini che sono disposti appunto ad andare oltre alla ragione per custodire e proteggere il sentimento d'amore che li tiene legati a queste donne. Tengo molto a questo tema, a quanto sia necessario riscoprire quella che è l'accezione positiva del diventare “folli per amore”».

Un tema delicato di questi tempi…
«Perché oggi “andare oltre la ragione per amore” ha accezioni pericolosamente negative visto, appunto, i fatti di cronaca che ben conosciamo. Invece è importante riscoprire attraverso anche la lettura di queste tre opere di nonno l'accezione più poetica e positiva di questo tema. Il premio con queste categorie particolari, meno convenzionali rispetto al percorso lavorativo di nonno, per cui sarebbe stato più logico inserire i romanzi, in realtà intende ripercorrere quella che è stata la sua vita lavorativa prima di raggiungere il successo e che è stata fondamentale per diventare poi l'autore che tutti hanno amato e conosciuto. Penso al lavoro in Rai, radio e Tv ed ecco i radiodrammi».

Un giovane Andrea Camilleri con la nipote Arianna, bambina
Un giovane Andrea Camilleri con la nipote Arianna, bambina

Le poesie. Nonno che è stato un giovane poeta.
«Nell’archivio del Fondo Andrea Camilleri abbiamo trovato raccolte di poesie scritte da nonno a partire dal 1939, anno in cui aveva 14 anni, quindi esiste anche un Camilleri poeta che è abbastanza sconosciuto ai più. Le fiabe che ha scritto per i bambini, alcune sono state pubblicate, diciamo non è la parte più conosciuta di nonno così come i racconti brevi molti dei quali si trovano sempre nell'archivio del fondo. L'intento era di far emergere la parte meno conosciuta di nonno, la dedizione e l'amore che ha avuto per il lavoro fino da quando era piccolo e che è stata poi fondamentale per arrivare dove è arrivato. Nonno non è spuntato dal nulla all'età di 70 anni con i Montalbano».

Il prossimo anno si festeggia il centenario dalla nascita di Camilleri.
«Questo premio si inserirà tra i progetti del centenario 2025. Il bando è stato attivato adesso per dare il tempo alle persone di scrivere, ma la premiazione avverrà nell’autunno 2025, quindi si inserirà in tutti quei progetti che intendono proprio celebrare il centenario di Andrea Camilleri. Sarà un'ulteriore occasione per celebrarlo da parte della famiglia, valorizzando chi è stato prima di raggiungere il successo. L’Andrea Camilleri meno conosciuto».

Un premio che hai curato tu personalmente. Il legame letterario con nonno ti sta conducendo su strade nuove…
«Ho contattato personalmente tutti i giurati, sono 26 persone suddivise nelle quattro categorie del premio e tutti sono stati onorati e felici della richiesta. Godo, tra virgolette, dell'amore e dell'affetto che ha seminato nonno nel corso della sua vita e questa è una scoperta sempre bellissima. Una cosa che tocco con mano da quando lui non c'è più perché mi capita spessissimo, soprattutto andando in giro con il mio primo romanzo, di ricevere racconti da parte di persone che magari vengono alle mie presentazioni, hanno conosciuto nonno e mi regalano un pezzetto di vita che io magari non ho potuto conoscere perché ero troppo piccola o non ero neanche nata».

Un legame con lui che si perpetua nel tempo.

«È come se con queste iniziative restassi sempre legata a lui. Così con la giuria, non solo hanno accettato felicemente ma si sono dimostrati disponibili proprio a darmi una mano con mansioni che esulano dall'essere giurato e basta. Mi sono ritrovata di nuovo circondata dall'amore che ha circondato mio nonno quando era vivo e che continua a circondare la sua persona. È un’emozione bellissima. Ripercorrere la sua vita lavorativa, le sue esperienze mi fa sentire come se fossi ancora seduta accanto a lui alla sua scrivania a lavorare come abbiamo fatto nell'ultimo anno della sua vita».
 

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo