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martedì 22 aprile 2025
 
obituary
 

La morte di Madeleine Albright, prima donna a guidare la diplomazia Usa

24/03/2022  Aveva 84 anni. Nata a Praga, fuggì prima il nazismo e poi lo stalinismo. Arrivò negli Stati Uniti da rifugiata a 11 anni. Poi cominciò una carriera che l'ha portata alla ribalta della politica internazionale

"Il giorno che i fascisti cambiarono per la prima volta corso alla mia vita avevo a malapena imparato a camminare”. Così scrisse Madeleine Albright nel prime righe di “Fascismo. Un avvertimento”, pubblicato nel 2018. Madeleine Albright è morta ieri di cancro a 84 anni. Ha vissuto attraverso due secoli, fuggendo prima al regime nazista, poi a quello staliniano. Arrivata negli Stati Uniti a 11 anni come rifugiata politica, la Albright ha costruito  una straordinaria carriera che l’ha portata, nel 1997, ad essere la prima donna nominata Segretario di Stato, cioè ministro degli esteri del governo americano.

“Prima dI Albright, il sancta sanctorum della politica estera statunitense era un dominio quasi esclusivamente maschile. In molti modi, la sua difficile prima infanzia, vissuta sotto la repressione nazista e comunista, l’ha spinta a salire ai livelli più alti della politica internazionale”, scrive oggi il Washington Post.

Nata nel 1937 a Praga da una famiglia ebrea, figlia di un diplomatico cecoslovacco, Madeleine Albright segui la famiglia a Londra, in tempo per sfuggire alla repressione nazista. A Londra la sua famiglia si convertì al cattolicesimo e dopo la guerra tornò in Cecoslovacchia . “Poi, nel 1948, la Cecoslovacchia cadde sotto il dominio sovietico, la democrazia fu rovesciata e di nuovo la mia famiglia fu costretta all’esilio”, ha ricordato.

Nel novembre del 1948 Madeleine e i suoi familiari furono accolti negli Stati Uniti come rifugiati. Solo molti anni dopo Madeleine scoprì che tre suoi nonni e altri suoi parenti furono fra le vittime dell’Olocausto.  Diventata cittadina americana nel 1957, laureata in Scienze Politiche, divenne rappresentante permanente degli Statui Uniti presso le Nazioni Unite. Bill Clinton la nominò Segretario di Stato negli anni del suo secondo mandato presidenziale, dal 1997 al 2001. Figura centrale dell’amministrazione, Madeleine Albright rinforzò le alleanze internazionali statunitensi; sostenne la democrazia e il rispetto dei diritti umani nel mondo; difese il ruolo chiave della Nato nelle crisi internazionali e influenzò la politica americana in Bosnia ed Erzegovina e in Medio Oriente, sostenendo l’intervento militare antiserbo durante la crisi del Kosovo del 1999. Nel 2019 le è stata dedicata una statua a Pristina, la capitale del Kosovo.

Dopo la sua morte è circolato in rete un video del 1996, quando la Albright era ambasciatore all’ONU. Durante il programma “60 minuti”, il giornalista  Lesley Stahl pose il problema del costo delle sanzioni imposte all’Iraq dopo la Guerra del Golfo del 1991. “Abbiamo s ertiti che sono morti mezzo milione di bambini iracheni, più che a Hiroshima. Ne è valso il prezzo?”, chiese Stahl.

"Penso che sia una scelta molto difficile", ha risposto Albright, "ma il prezzo, pensiamo, il prezzo ne vale la pena”.

Madeleine Albright amava indossare le spille, anche vistose, e non le sceglieva mai a caso. Le usava anche per inviare messaggi. Su questo aspetto scrisse anche un libro, intitolato Read my pins: Stories from a Diplomat's Jewel Box

Dopo la fine della presidenza Clinton, la Albright aveva assunto numerosi incarichi di prestigio in università e istituti internazionali. Il suo ultimo intervento pubblico era stato un editoriale  pubblicato sul New York Times il 23 febbraio scorso, alla vigilia dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo . Si intitolava: “Putin sta compiendo un errore storico”.

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