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Rispondendo a una lettera pubblicata il mese scorso lei ha considerato solo il punto di vista del peccato, ma non i motivi per cui ci si separa. C’è sempre sofferenza e dolore e non lo si fa mai alla leggera. Ci sono uomini arroganti, prepotenti, anaffettivi che non cambiano. Cosa fare secondo la Chiesa? Rassegnarsi a una vita così, come quando le donne non lavoravano?
ANGELA
Il quesito del lettore riguardava nel caso specifico il caso di un uomo che ha abbandonato moglie e figli per unirsi a un’altra donna e chiedeva perché la Chiesa non ha più una voce chiara rispetto a scelte di questo tipo. Scrivevo che il suo insegnamento non è cambiato sul peccato e che il suo compito, sull’esempio di Gesù, è di richiamare il peccatore alla conversione. Non entravo in generale nel merito dei motivi per cui ci si separa, che sono sempre molto intimi. Peraltro, la Chiesa, di fronte a una oggettiva insostenibilità di proseguire la convivenza coniugale, ammette la separazione per sottrarre il coniuge debole o i bambini a violenza, sfruttamento e indifferenza.



