Ho condiviso di recente su YouTube un canto nuziale realizzato dalla mia sposa intitolato Siamo Trinità. Il canto, scritto da una “non teologa”, ma nondimeno una donna cristiana, esalta la semplicità della bellezza dell’incontro dei due che si apre alla Trinità divenendone riflesso sulla terra e vedendo nella Trinità il compimento dell’amore umano. Naturalmente, non vi sto raccontando questo fatto per fare pubblicità, ma perché ha attirato particolarmente la mia attenzione un commento, di una persona che tra l’altro stimo, che diceva esprimendo il proprio parere: «Un po’ troppo terreno e romantico...! Probabilmente in paradiso c’è tutto questo, se non di più, ma qui in questo tempo ci dovremo sforzare di alleggerire il nostro “corpo” da fin troppi appetiti». Il commento ha attirato la mia attenzione perché ho subito pensato che la fede cristiana non dissocia assolutamente corpo, anima e spirito e perché, secondo la fede cristiana, la vita spirituale non è una vita “immateriale”, ma è una vita nella carne secondo lo Spirito. Soffermiamoci su questi due punti prima di tirare conclusioni. A differenza della tradizione ellenistica, del dualismo cartesiamo e di altre correnti provenienti da altri emisferi culturali, la persona umana non è fatta di parti distinte o, peggio, contrastanti. La persona umana è un “sinolo”, una “unità complessa” di dimensioni inseparabili. In termini tecnici si parla di tricotomia, ovvero triplice costituzione, dell’essere umano: corpo, anima e spirito. Nessun essere umano è senza uno di questi elementi. Inoltre, già dal protocristianesimo, una delle lotte persistenti è stata quella contro le varie forme del disprezzo del corpo, della sessualità, della materia. Non a caso, la prima grande sintesi della fede cristiana, quella di sant’Ireneo di Lione, è un manifesto anti-gnostico, ovvero contro la demonizzazione della materia e del corpo. Come cristiani siamo chiamati a essere testimoni di una “grande Bellezza”. Ciò passa non sfigurando o ignorando la materia e il corpo, ma trasfigurandoli. Se non vi vediamo la bellezza che Dio ha visto, la lasciamo in pasto a chi riduce la bellezza alla “cosmetica”. Non solo fa bene vedere il Bello nella coppia, ma è necessario dato che Dio stesso vi vede qualcosa di «molto bello e molto buono» come ci racconta in maniera – oserei dire romantica! – il primo testo della creazione in Genesi.