Donne dello sport, della scienza, del giornalismo e della politica; donne della Chiesa, del mondo dello spettacolo, fino alle storie segnate dalla violenza e dalla repressione.

Sono le “Donne dell’anno 2025” scelte dalla redazione di Famiglia Cristiana. Con i loro volti e le loro storie, in questo speciale, scegliamo di raccontare un presente plurale e femminile. Non è una classifica, né un ordine gerarchico di importanza.

Sono donne – scelte tra molte altre – che hanno lasciato il segno in questo 2025. Donne che vincono, resistono, denunciano, innovano, guidano e, talvolta, purtroppo pagano con la vita il prezzo della propria libertà e delle proprie battaglie. Narrare di loro significa, anche, dare voce a un’Italia, e a un mondo, che cambia, riaffermando il valore della dignità, dei diritti, del senso del dovere e della responsabilità condivisa.

Jasmine Paolini, considerata tra le migliori tenniste italiane di sempre.

La Nazionale femminile di pallavolo, guidata dal coach Julio Velasco, campione del Mondo 2025 e un anno prima oro alle Olimpiadi di Parigi.

Armanda Colusso, la madre di Alberto Trentini, il cooperante italiano detenuto da più di un anno in carcere in Venezuela e che l’Italia sembra aver dimenticato. Maria Corina Machado, Premio Nobel per la Pace 2025. La giovane scienziata Emma Prevot, cremasca, che ha studiato a Oxford, specializzata in intelligenza artificiale, vincitrice del premio “Super Nova” under 25. Mzia Amaglobeli, giornalista georgiana in carcere da gennaio 2025. Prima prigioniera politica donna in Georgia dall’indipendenza del Paese, è diventata il simbolo del movimento di protesta filodemocratico georgiano e quest’anno ha vinto il Premio Sacharov per la libertà di pensiero, il più alto riconoscimento dell'Unione Europea per i diritti umani, assegnato dal Parlamento Europeo

Martina Carbonaro di Afragola (Napoli), la vittima di femminicidio più giovane di quest’anno. Aveva solo 14 anni ed è stata uccisa il 29 maggio scorso con una pietra dall'ex fidanzato di 17 perché non voleva più stare con lui. Maria Kolesnikova, bielorussa, musicista e leader dell’opposizione democratica a Lukashenko, appena scarcerata dopo anni di detenzione: il suo ritorno alla libertà riaccende l’attenzione sulla repressione nel Paese e sul coraggio delle donne nella resistenza civile.

L’iraniana Narges Mohammadi, Premio Nobel per la Pace 2023, simbolo della resistenza femminile contro l’oppressione: il suo impegno, anche dal carcere, continua a dare voce a milioni di donne.

Suor Simona Brambilla, prima donna a capo di un Dicastero vaticano, quello della Vita Consacrata: una svolta storica che incide concretamente sul ruolo femminile nei luoghi decisionali della Chiesa.

Sono figure molto diverse tra loro: ribelli, pioniere, vittime, capaci di aprire strade nuove; resilienti, creative, anticonformiste. Tutte insieme ci ricordano che il cambiamento passa spesso da storie concrete, vissute con responsabilità e passione.

Ecco i ritratti delle nostre 10 Donne dell’Anno 2025: